Care socie e cari soci,
un anno fa, il 14 novembre 2016, Marianita passava da questa vita che vediamo a una che non vediamo. Da allora anche la sua presenza è affidata all'invisibilità, mentre gli occhi continuano a percepire il vuoto della sua mancanza. Entrambi gli estremi sono reali. Mentre sono certo che in noi tutti il suo ricordo oggi si trasformerà in preghiera, ho pensato di proporvi alcune righe della sua ultima lettera scritta alle socie e ai soci nel maggio del 2015. Il passo prende lo spunto da alcuni momenti tesi che ebbero luogo nel corso dell'assemblea di Enna, ma dirige subito la parola verso il punto alto a cui noi tutti dobbiamo guardare.
«Il conflitto è innanzitutto importante vederlo, accettarlo, e allora sarà possibile trasformarlo in occasione di crescita personale e di gruppo, se abbiamo l'umiltà di riconoscere che anche noi, impegnati nel cammino verso l'unità, siamo ancora lontani dalla meta. Ma proprio il bisogno della riconciliazione, che è dono di Cristo, può essere uno stimolo a pregare e ad affidarci con maggiore intensità allo Spirito Santo, che attendiamo in questi giorni prossimi alla Pentecoste, perché ci trasformi dall'interno e manifesti in noi la vita di Cristo e della Trinità, unico vero modello di unità nella diversità».
Un fraterno saluto
Piero