Il 1° gennaio 2022 è diventata presidente Erica Sfredda.
Laureata in Lettere alla Statale di Milano e in Scienze bibliche e teologiche alla Facoltà Valdese di Teologia di Roma, attualmente lavora a Torino presso la Divisione Finanze della Città. E’ sposata e ha un figlio ed è predicatrice locale nella Chiesa Valdese.
E’ la prima socia protestante ad assumere la presidenza del SAE.

All'inizio del 2022 la presidente ha tenuto un primo incontro telematico con socie e soci il 27 novembre del 21.

Vai al testo del discorso tenuto il 27 novembre

La neo eletta ha indirizzato alle Socie e ai Soci dell'associazione la seguente lettera:

 

Non te l'ho io comandato? Sii forte e coraggioso; non ti
spaventare e non ti sgomentare, perché il
SIGNORE, il tuo Dio, sarà con te dovunque andrai (Giosuè 1:9)

Cari soci e care socie, cari fratelli e care sorelle,
è con molta gioia, ma anche molta emozione che mi accingo a scrivervi due righe di saluto all’indomani delle elezioni e alla vigilia dell’inizio del mio nuovo incarico all’interno della nostra associazione.
Sopra di me sento lo sguardo, da tanti di voi evocato in questi giorni, di Maria e di Marianita, e di tutti i fratelli e sorelle che ci hanno preceduto nella pace del Signore e che hanno dato tanto tempo ed energie alla crescita dell’ecumenismo in Italia, a cominciare da don Luigi Sartori e dal pastore Renzo Bertalot; di fronte a loro mi sento molto intimorita, perché so bene che l’incarico a cui vado incontro sarà complesso e difficile, pieno di incognite e asperità. Ma so anche che non mancheranno le gioie profonde e gli entusiasmi, e mi tranquillizza profondamente il pensiero che accanto a me ci sarà un bel gruppo di persone piene di doni e di voglia di fare, sui quali so di poter contare. Penso ai nuovi eletti, Donatella, Francesca, Livia e Simone, ma anche al vecchio CE, con Piero, Anna, Daniela e Stefano, che hanno promesso di aiutarci ben oltre il termine del 31 dicembre, e poi a Antonio, Elza, Pietro e Susanna, che si erano messi in gioco e che erano disponibili alla presidenza e al lavoro nel Comitato, e naturalmente ad Annamaria e Daniela, senza le quali molte delle nostre attività non sarebbero possibili. So di poter contare sulle loro capacità, sul loro amore per l’associazione e, più ancora, per l’ecumenismo, sulla loro generosa disponibilità e questo mi rassicura. Inoltre, conto sui responsabili dei gruppi locali e su tutti e tutte voi, soci e socie: il mio obiettivo è arrivare a conoscervi personalmente e quindi ho l’intenzione, quando sarò in carica, di viaggiare per incontrare tutte le realtà locali, da Palermo alle Valli Valdesi. Avrete pazienza sui miei ritmi non sempre ottimali, dal momento che ho ancora un lavoro a tempo pieno, ma davvero non vedo l’ora di visitare tutti e ciascuno.
Voglio sin d’ora conoscere le vostre attività, perciò scrivetemi, raccontatemi cosa fate, qual è la vostra storia e quali progetti avete in questa delicata (ma anche gioiosa!) fase di ripartenza dopo l’incubo COVID. Insieme vivremo il prossimo Convegno di Primavera e la Sessione estiva, ma anche le numerose attività che in questi ultimi anni sono partite e che vorrei che potessero continuare con lo stesso slancio del passato: penso a tutto il lavoro sull’intercomunione, ma anche agli importanti sviluppi degli studi di genere e contro la violenza sulle donne, e ancora al tema della salvaguardia del Creato. Rendendo protagonisti quelli tra noi che lo vogliono, adulti, adultissimi, ma anche di mezza età, nel fiore degli anni e giovani. Come sapete, penso che i giovani non siano il nostro futuro, ma il nostro oggi, nel quale abitano insieme a chi è più grande.
Infine, spero riusciremo anche a condividere le dinamiche interne alle nostre chiese: la difficoltà e la fatica della disaffezione e dello svuotamento di molte realtà ecclesiastiche occidentali, il processo entusiasmante della sinodalità all’interno della Chiesa cattolica, o quello difficile, ma fondante, che alcune chiese protestanti chiamano “Essere Chiesa Insieme” e che riguarda la costruzione di una nuova Chiesa comune con i fratelli e le sorelle migranti. Essere fratelli e sorelle significa anche questo: conoscersi e accompagnarsi, con rispetto e sollecitudine, nei processi che gli uni e le altre attraversano.
Come vedete ho grandi speranze, ma so che con il vostro aiuto potremo proseguire l’entusiasmante e coraggioso viaggio iniziato da Maria Vingiani nel secolo scorso!
Vi abbraccio tutti e tutte con profonda sororità

Erica

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