Si apre domenica 27 luglio 2014 a Paderno del Grappa con l’accoglienza dei partecipanti, in particolare dei giovani, la cinquantunesima sessione di formazione ecumenica Ama il prossimo tuo come te stesso (Levitico 19,18). La vita in relazione: prospettive etiche.

Le precedenti 50 sono tutte testimoniate dagli Atti, a partire dal 2001 anche dal Notiziario del SAE, e ora da diverse pagine del sito web. 

I primi sei cicli di Sessioni – ecclesiologico, dialogo chiesa e mondo, biblico, metodologico, pastorale, teologico - sono stati ideati e portati a termine durante la presidenza della fondatrice Maria Vingiani.

Fra questi mi soffermo sul «ciclo metodologico», condotto alla luce del Regno - parola, idea,  visione e rivelazione - che ritorna in ogni titolo e che richiama che l’ecumenismo, «avventura nella fede e nello Spirito», è radicato nella storia e in attesa operosa del compimento. Saper leggere la storia alla luce del futuro di Dio è proprio della profezia, sempre invocata per non rischiare che il «gruppo ecumenico» si trasformi in una cerchia chiusa e soddisfatta di sé.

«Lo Spirito Santo sollecita coloro che lavorano nell’impegno ecumenico a fare un salto di qualità, “a rinascere dall’alto”, cioè a nascere di nuovo, a mettersi definitivamente nel cammino di conversione». 

All’inizio della presidenza di Elena Milazzo Covini, il SAE – si deve ricordare che tutti i soci collaborano alla scelta dei temi delle Sessioni – ha svolto un ciclo su ecumenismo e dialogo interreligioso durante il quale ci si è interrogati su temi di grande attualità anche oggi quali: i fondamenti del dialogo, la preghiera, la salvezza e il dramma profondo delle religioni che dovrebbero promuovere la pace, mentre appaiono generatrici di conflitti.

Delle Sessioni successive mi piace ricordare: «La parola della Croce». Interrogativi e speranze per l’ecumenismo e il dialogo, lanciata , si può dire, con una certa insistenza dal presidente Mario Gnocchi. La Sessione si è rivelata ricca di sollecitazioni interessanti e cariche di potenzialità.  Per far uscire dalle secche, in cui sembra impantanato il movimento ecumenico, è forse bene ripartire "da quel fondo di povertà e di spoliazione a cui, secondo l’inno paolino, Dio stesso si è abbassato in Cristo".

 Mario Gnocchi

Maianita Montresor

Venendo ora al recente ciclo sull’etica, che si conclude quest’anno, durante la presidenza in corso di Marianita Montresor, riporto le parole di Bonhoeffer, che sono risuonate durante le prime due sessioni del ciclo stesso:

«La nostra Chiesa, che in questi anni ha lottato solo per la propria sopravvivenza, come fosse fine a se stessa, è incapace di essere portatrice per gli uomini e per il mondo della parola che riconcilia e redime. Perciò le parole d’un tempo devono perdere la loro forza e ammutolire, e il nostro essere cristiani oggi consisterà solo in due cose: nel pregare e nell’operare ciò che è giusto tra gli uomini. Il pensare, il parlare e l’organizzare, per ciò che riguarda le realtà del cristianesimo, devono rinascere da questo pregare e da questo operare». (D. Bonhoeffer, Resistenza e Resa, San Paolo, Milano 1996, p. 370).

Le Sessioni del SAE