Lunedì 28 luglio 2014

 

Col versetto del salmo 133, cantato dal coro, si è aperta la preghiera di inizio della Sessione all’interno della quale Mino Chamla ha dettato una riflessione a partire dal capitolo 9 di Genesi, allargata alla parashà di Noè (brano della Torà che si legge in sinagoga il sabato), proponendo i maggiori commenti dei maestri di Israele antichi e moderni.

L’ascolto della voce ebraica, proprio all’inizio delle Sessioni, è tradizione del SAE che si definisce associazione interconfessionale per l’ecumenismo e il dialogo, a partire dal dialogo cristiano-ebraico. A questo proposito diceva Piero Stefani, nella sua relazione "L'ebraismo nel SAE", tenuta nel convegno di primavera a Rende (2000): “Il SAE non ha proposto una teorizzazione, ma ha instaurato una prassi significativa. La prassi è stata quella di aver dato voce alla testimonianza ebraica e quindi aver favorito l’ascolto dei cristiani della voce ebraica. L’ascolto di Israele, espressione ambivalente, - cioè quello che Israele ha ascoltato e in ascolto di Israele - è stato posto come prassi abituale. Nella tradizione delle sessioni di formazione la prima voce di meditazione  la voce ebraica. Questo significa che nel tempo presente quella voce è da ascoltare. Quella tradizione non è soltanto la Bibbia, ma una bibbia vivente, nel senso che c’è una continuità e ancora oggi dobbiamo porci in ascolto”.

I lavori sono proseguiti con le introduzioni della presidente e di Maria Pia Veladiano e con la relazione di Giannino Piana

Marianita Montresor, Giannino Piana, Maria Pia Veladiano

“Come le neuroscienze sfidano l’etica” è stato il tema oggetto di una seguitissima relazione tenuta nel pomeriggio di lunedì 28 luglio da p. Paolo Benanti 

Leggi il comunicato stampa n. 1