“Questa tavola è come una zattera, ha salvato le Parole dal naufragio – ha detto Campedelli con parole di poesia fatta preghiera -. Sono Parole antiche di secoli,/ la Bibbia e il Corano,/ salvate insieme. /Insieme nello stesso destino, /nel dramma della tempesta/ nella voglia di riscatto/ si fanno invocazione/ di umiltà, di giustizia, di fratellanza/. Il corpo della Parola/ salvato dal naufragio/ respira e vive/ e ci invita a sentirne la voce./ Per ogni volta che la Parola è stata trasformata in ideologia, morale, principi di divisione/ ogni volta che le abbiamo tolto il respiro, il corpo,/ noi chiediamo perdono./ La Parola salvata dal naufragio/ è stata infilata in fretta/ in borse scucite, faretre d’emergenza/ portate con sé/ come beni di prima necessità/ come il pane, l’abbraccio, la nostalgia./ Come parole per vivere, /per morire./ Sulla zattera queste parole/ danno voce/ ai corpi silenziati./ Rialzano le braccia dal fondo del mare,/ riaprono gli occhi dei morti./ Cozza questa zattera/ sulle sponde delle Chiese./ Chiedono convergenza di sguardo./ Sono parole che mettono in gioco./ Urtano queste parole/ sulla slabbrata terra della politica/ e si mettono di traverso/ per fermare la deriva/ dell’incoscienza e dell’ipocrisia./ Bussano queste parole naufraghe/ alle porte delle religioni/ per dare loro un’opportunità di salvezza./ Sussurrano queste parole/ sulla soglia della nostra coscienza:/ chiedono ospitalità, chiedono casa./ Sono le parole salvate/ che ci salveranno.” Tra le “parole salvate”, fogli di Bibbia e Corano fissati nella tavola, proclamate nella liturgia: il racconto della liberazione di Paolo negli Atti degli apostoli, la sura del Corano 2, 176 ss , il racconto del cieco nato del Vangelo di Giovanni, il giudizio di re Salomone sulle prostitute in lite per sapere di chi è il figlio vivo. Quest’ultimo passo rappresenta “una scena di miseria assoluta, che richiama bene lo squilibrio che c’è oggi nel mondo: Due quindicenni/sedicenni, un neonato morto, il furto di un bambino. Salomone non rimprovera all’inizio, la sua saggezza sta nel vedere la verità sotto il conflitto. Riconosce l’ingiustizia della legge, perché la giustizia di Dio fa spazio all’amore”, che è “la libertà di lasciar vivere”. “Questo messaggio ci arriva attraverso il mare. Le leggi sono crudeli per chi cerca rifugio in questa terra. La Parola di dio fonda una nuova giustizia, fondata sul rispetto della dignità dell’altro/a.” Ai credenti in modo tutto particolare è affidato il compito di “salvare la Parole naufraghe” e di accogliere le persone naufraghe, sopravvissute al passaggio dei deserti e del mare.

Durante la liturgia si è tenuta una preghiera particolare, in lingua araba con una voce musulmana ed una cristiana, per padre Paolo Dall’Oglio, il gesuita rapito in Siria e del quale non si hanno più notizie.