“Recuperare la centralità della liturgia significa privilegiare l’esperienza della salvezza e solo più tardi tentare una più piena comprensione di quanto già vissuto e celebrato” - ha scritto il Vescovo di Acaia. - Quello che dobbiamo sottolineare è che l’esperienza liturgica è sempre legata con la Parola e la sua meditazione nella luce data dallo Spirito Santo”. I Padri della Chiesa dicono che “è qualcosa di cui non si può parlare e di cui, nello stesso tempo, non si può non parlare”. Ma “i veri mistici parlano in modo umile, con la paura di banalizzare, di perdere il segreto”.
Sul senso escatologico della liturgia, “la Pasqua non è alle nostre spalle - prosegue il testo - , ma all’interno del nostro tempo, allo stesso modo nella celebrazione liturgica si realizza la vicinanza del Signore in un modo che trascende i tempi e gli spazi e che unisce nel presente della Chiesa gli uomini di tutti i tempi e di tutti i luoghi”.
La formazione liturgica del popolo di Dio - continua - “è obiettivo primario della Chiesa, poiché formare alla liturgia e al suo spirito è educare ad essere cristiani in pienezza”, con una solida e costante formazione liturgica per capirne il linguaggio simbolico. La liturgia “supera i segni nei quali si esprime, la coscienza che se ne può avere ed è più efficace di quanto si possa percepire”.
La liturgia inoltre “non è un concetto né una verità aggiunta alla realtà, ma è la salvezza nascosta nella realtà. I sacramenti sono radicati nella creazione di Dio e radicati in Cristo personalmente. La liturgia usa i simboli come aiuto ai fedeli per partecipare alla realtà della salvezza nascosta nella realtà. La celebrazione che si svolge qui sulla terra fa parte di una liturgia più vasta che abbraccia anche il cielo”. Ancora, “si guarda la liturgia per capire la vita, perché la liturgia è l’occhio che, al di là della crosta superficiale delle cose, riesce a vedere l’intensità di significato che le cose hanno negli occhi di Dio”. Ma ogni linguaggio si deve imparare.
“La persona si realizza nella comunione liturgica. L’economia di Dio che si manifesta prima al momento del battesimo ha come scopo di formare la verità della persona, la cui vera caratteristica è la comunione. La liturgia ci ricorda che l’offerta di Gesù è ‘per riunire insieme i figli di Dio dispersi’ (Gn 11,52)”. Ogni atto liturgico poi “comporta un impegno morale liberamente assunto per il futuro e richiede una maniera di vivere coerentemente alle esigenze di questo nuovo modo di essere che si è ricevuto nel sacramento. Tutti quanti partecipano autenticamente alla liturgia devono cercare occasioni per spartirsi i beni ricevuti dalla grazia divina. Il segreto cristiano della vita è l’accettazione e la spartizione dei beni ricevuti gratuitamente”.