Si avvicina la data del primo marzo che, come abbiamo ricordato nell'ultimo numero di SAEnotizie, è la  Giornata mondiale di Preghiera. La GMP è un movimento ecumenico universale, iniziato in USA nel  1887 nella Chiesa Presbiteriana e portato avanti da donne cristiane, rappresentanti oggi di 180 Paesi. Nel 1999 si è costituito in Italia il Comitato Nazionale, con la partecipazione di donne battiste, avventiste, luterane, metodiste, valdesi, dell'Esercito della Salvezza, cattolico-romane e ortodosse. Con la preghiera e l'azione si intende lenire situazioni di disagio e porre segni di solidarietà. Ogni anno donne di un Paese diverso preparano un culto ecumenico, aperto a tutti, e provvedono a offrire informazioni sul proprio territorio, facendo emergere le ricchezze -ma soprattutto gli elementi di criticità- che ostacolano la pace, intesa come pienezza di vita.
Nella liturgia di quest’anno, che ha per tema: “Ero straniero e mi accoglieste”, le donne francesi ci  ricordano che siamo tutti stranieri su questa terra e ci invitano a celebrare le differenze come ricchezza, a coltivare il rispetto reciproco, a lodare il Signore perché ogni persona è unica ai suoi occhi. “Ci hai creato a tua immagine e siamo tutti differenti. Ti ringraziamo per le nostre diversità, per le diversità di lingua e dialetti. Ti ringraziamo per le diverse culture e tradizioni che sono nate nei nostri Paesi di origine”, recita una preghiera della  liturgia che si sviluppa, tra esperienze di donne migranti e i testi biblici di Levitico 19, 1-2; 33-37 e Matteo 25,31-46, in un crescendo di testimonianza e richieste di solidarietà. È accogliendo lo straniero che accogliamo Gesù: è urgente dunque invocare insieme lo Spirito perché in primo luogo le nostre Chiese e tutti i movimenti ecclesiali possano essere ospitali e attenti alle necessità delle sorelle e dei fratelli che provengono da altri Paesi. Le liturgie, celebrate ormai in quasi tutte le principali città d'Italia, si concludono generalmente con un momento di agape, in cui l'assaggio di cibi tipici del Paese promotore diventa modalità di conoscenza e di condivisione della quotidianità.

 

Ma anche un'altra data è prossima e riguarda la chiesa cattolica romana. Il 28 febbraio avrà fine il pontificato di Benedetto XVI: la notizia delle sue dimissioni è arrivata come un fulmine a ciel sereno lo scorso 11 febbraio ed ha suscitato grande risonanza non solo tra i cattolici romani, ma anche tra cristiani di altre chiese, credenti di altre fedi e laici. I commenti- anche di segno opposto-  si sono sprecati, talora sconfinando nelle “dietrologie”.  Ritengo che un silenzio rispettoso sia la migliore risposta al mistero che è ogni persona davanti a Dio e alla sua coscienza, soprattutto nel momento di una decisione delicata e difficile come quella presa dal pontefice.  A breve si aprirà il Conclave e in questo tempo i cattolici sono invitati a intensificare la preghiera allo Spirito Santo in vista dell'elezione del nuovo papa. Sarebbe bello se le Chiese sorelle, pur restando critiche rispetto al ministero petrino esercitato dal papa, potessero ugualmente sostenere con la loro preghiera i cattolici in questo delicato momento. E' altrettanto importante che anche i cattolici imparino a pregare per le altre chiese, soprattutto in momenti ritenuti particolarmente significativi. Questa invocazione dello Spirito gli uni per altri è un potente mezzo di purificazione interiore anche per chi con apertura di cuore rivolge a Dio tale supplica. Se ci abituiamo a pregare per una chiesa sorella, perché risponda meglio alla propria vocazione, probabilmente l'ecumenismo farà passi da gigante,  anche se  magari nel segreto.