La Pasqua è il tempo propizio per eccellenza di preghiera e unità in cui far risuonare la voce concorde dei cristiani di fronte al mistero della morte e risurrezione del Signore. Ci rallegriamo pertanto per l'uscita di questo testo ecumenico.

 

MESSAGGIO ECUMENICO DI PASQUA 2020:
«NON ABBIATE PAURA» (Matteo 28,5.10)

Care sorelle, cari fratelli,

una volta l’anno ci rivolgiamo a voi per presentare insieme il tema della “Settimana di preghiera per l’unità dei cristiani”, che da oltre cinquant’anni viene preparata e celebrata congiuntamente dalle diverse Chiese, dal 18 al 25 gennaio.

In prossimità della Pasqua di Resurrezione, che le nostre Chiese celebreranno in date diverse (il 12 aprile nella tradizione occidentale, e il 19 in quella orientale), sulla base della fraternità che deriva dal confessare lo stesso Signore, abbiamo sentito il bisogno di tornare ad esprimerci insieme pronunciando una parola comune di fronte alla pandemia che ha colpito il nostro Paese e il mondo intero. Una pandemia mondiale, dunque, che non sta risparmiando nessuna regione del mondo e che, oltre a causare disagio, sofferenza e morte, condizionerà pesantemente le celebrazioni pasquali delle Chiese cristiane, con il rischio di offuscare quel sentimento di gioia che è tipico del tempo pasquale.

Nel Vangelo secondo Matteo la resurrezione di Gesù viene annunciata prima da un terremoto e subito dopo dall’angelo del Signore che fa rotolare la grossa pietra del sepolcro, provocando in tutti i presenti – guardie e “pie donne” – un grande spavento:

«Le guardie ebbero tanta paura di lui che cominciarono a tremare e rimasero come morte.
L’angelo parlò e disse alle donne: “Non abbiate paura, voi. So che cercate Gesù, quello che hanno crocifisso. Non è qui, perché è risuscitato proprio come aveva detto. Venite a vedere dov’era il suo corpo. Ora andate, presto! Andate a dire ai suoi discepoli: È risuscitato dai morti e vi aspetta in Galilea. Là lo vedrete. Ecco, io vi ho avvisato”. Le donne partirono subito spaventate, ma piene di gioia e andarono di corsa a portare la notizia ai discepoli» (Matteo 28,4-8, Traduzione interconfessionale in lingua corrente).

In questo testo sembra dominare un senso di paura: sia le guardie che le donne sono spaventate. Ma si tratta di una paura di segno ben diverso. Paura che rende tremebondi e che paralizza, quella delle guardie; paura unita a una grande gioia, grazie all’annuncio dell’angelo, quella delle donne. Un misto di timore e di gioia che le mette in movimento e fa di loro le prime annunciatrici della resurrezione.

Per questo, anche in questo tempo di contagio, vogliamo raccogliere l’invito dell’angelo (e poi di Gesù stesso, al v. 10): “Non abbiate paura”. Nel rispetto delle norme di prudenza a cui dovremo continuare a sottostare per impedire la diffusione della pandemia, come Chiese ci sentiamo chiamate ad essere, come le pie donne, annunciatrici della risurrezione, del fatto che la morte non ha l’ultima parola: “O morte, dov’è la tua vittoria?” (I Corinzi 15,55), accogliendo il dono del Cristo morto e risorto: la trasformazione, il rinnovamento e la rinascita.

Questa pandemia rafforza altresì in noi la vocazione ad essere insieme, in questo mondo diviso e al contempo unito nella sofferenza, testimoni dell’umanità e dell’ospitalità, attenti alle necessità di tutti e particolarmente degli ultimi, dei poveri, degli emarginati. Con un sentimento di gratitudine speciale a Dio per i tanti che si prodigano senza sosta a fianco di chi soffre.

Anche se l’incontro tra le diverse Chiese in queste settimane è diventato per forza di cose virtuale, vogliamo raccogliere l’invito di Papa Francesco, del Patriarca Ecumenico Bartolomeo, del Consiglio Ecumenico delle Chiese e della Conferenza delle Chiese Europee a unirci nella preghiera con le parole che Gesù ci ha insegnato: “Padre nostro che sei nei cieli… liberaci dal Male”


+ Ambrogio Spreafico
Vescovo di Frosinone-Veroli-Ferentino
Presidente della Commissione Episcopale per l’Ecumenismo e il Dialogo Interreligioso della
Conferenza Episcopale Italiana (CEI)

+ Metropolita Gennadios
Arcivescovo Ortodosso d’Italia e di Malta ed Esarca per l’Europa Meridionale, Patriarcato
Ecumenico

Luca Maria Negro
Pastore battista, Presidente della Federazione delle Chiese Evangeliche in Italia (FCEI)

Frosinone – Venezia – Roma, 8 aprile 2020

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