Giubileo della misericordia – Islam italiano

Dopo l’udienza del 3 novembre, in cui papa Francesco riceve in Vaticano una significativa rappresentanza di esponenti delle varie confessioni religiose invitati dal Pontificio consiglio per il dialogo interreligioso per sancire anche da un punto di vista ecumenico la conclusione dell’Anno santo straordinario della misericordia (cf. Regno-doc. 19,2016,632), il 6 novembre il vicepresidente della Comunità religiosa islamica italiana (COREIS) Yahya Pallavicini scrive sull’agenzia Italpress: «Il 20 novembre la Porta santa si chiuderà concludendo le celebrazioni di questo Anno santo. Per noi musulmani d’Italia che abbiamo partecipato sia alla cerimonia di apertura in piazza San Pietro che a questa udienza interreligiosa come ad altre occasioni d’approfondimento dottrinale e semplice e sincero scambio fraterno nelle chiese, con teologi, monaci, suore, sacerdoti e famiglie di devoti cristiani, rimane la responsabilità di custodire e mantenere aperto insieme il tempio interiore della misericordia che è il ri-cordo di Dio. Restiamo infatti convinti che salvaguardando proprio questa sintonia di cuore le conseguenze e le corrispondenze anche nella vita civile si sviluppano secondo una naturale armonia. Questo è il valore aggiunto e lo stile dell’azione ecumenica di papa Francesco, un messaggio provvidenziale, difficile e contro tendenza, anche all’interno della stessa Chiesa cattolica come all’interno delle varie comunità di fede».

Chiesa luterana in Germania – Ebrei

Il 9 novembre il Sinodo annuale della Chiesa evangelica luterana in Germania (EKD) approva all’unanimità una risoluzione, in cui si afferma che i cristiani «non sono chiamati a mostrare a Israele la strada verso Dio e la sua salvezza», rinunciando quindi alla missione di convertire gli ebrei al cristianesimo, chiudendo un capitolo delicato all’inizio del Giubileo della Riforma. In pratica la EKD aveva rinunciato agli sforzi per convertire gli ebrei dopo la Shoah: tuttavia l’abbandono ufficiale della Judenmission (missione fra gli ebrei) si è rivelato complicato, in quanto alcuni gruppi l’hanno a lungo avversato, sulla base del mandato di Gesù nel Vangelo di Matteo di «fare discepoli tutti i popoli». La rinuncia alla Judenmission fa parte della scelta della EKD di affrontare e superare il tema spinoso dell’antisemitismo di Lutero, in modo da potersi concentrare, nel 500° della Riforma, sugli altri più positivi lasciti.

Francesco – Pontificio consiglio per l’unità dei cristiani

«L’unità dei cristiani è un’esigenza essenziale», perciò bisogna riconoscere i «falsi modelli di comunione che la contraddicono». Lo dice il 10 novembre Francesco ricevendo i partecipanti all’assemblea plenaria del Pontificio consiglio per la promozione dell’unità dei cristiani. I falsi modelli indicati dal papa sono i seguenti: «L’unità non è il frutto dei nostri sforzi umani o il prodotto costruito da diplomazie ecclesiastiche, ma è un dono che viene dall’alto»; «l’unità non è uniformità. Le differenti tradizioni teologiche, liturgiche, spirituali e canoniche, che si sono sviluppate nel mondo cristiano, quando sono genuinamente radicate nella tradizione apostolica, sono una ricchezza e non una minaccia per l’unità della Chiesa»; infine, «l’unità non è assorbimento. L’unità dei cristiani non comporta un ecumenismo “in retromarcia”, per cui qualcuno dovrebbe rinnegare la propria storia di fede; e neppure tollera il proselitismo, che anzi è un veleno per il cammino ecumenico». Così conclude il papa: «La mia recente visita a Lund mi ha fatto ricordare quanto sia attuale quel principio ecumenico lì formulato dal Consiglio ecumenico delle Chiese già nel 1952, che raccomanda ai cristiani di “fare insieme tutte le cose, salvo in quei casi in cui le profonde difficoltà di convinzioni avessero imposto di agire separatamente”».

Africa – KAICIID

Il II Forum di dialogo interreligioso che si tiene ad Abuja, in Nigeria, il 10 e 11 novembre, per aumentare la pace e la coesione sociale in Africa, è organizzato dall’Unione Africana e dal Centro internazionale per il dialogo interreligioso e interculturale (KAICIID, al quale partecipa anche un osservatore della Santa Sede) eretto su iniziativa del Regno dell’Arabia Saudita, della Repubblica austriaca e del Regno di Spagna. Tra l’altro il Forum vuole rafforzare la collaborazione tra l’Unione Africana e i leader religiosi nel continente, per raggiungere gli obiettivi dell’Agenda per l’Africa 2063 ed eliminare la violenza su base religiosa.

Giubileo della Riforma – Convegno a Trento

Si svolge a Trento dal 16 al 18 novembre, organizzato dall’Ufficio nazionale per l’ecumenismo e il dialogo interreligioso della Conferenza episcopale italiana (CEI), in collaborazione con la Federazione delle Chiese evangeliche in Italia (FCEI), il convegno «Cattolici e protestanti a 500 anni dalla Riforma. Uno sguardo comune sull’oggi e sul domani». È uno degli appuntamenti ecumenici in vista del 500° anniversario della Riforma protestante, che si commemora nel 2017.

Dialogo tra Santa Sede e islam sciita

Dal 22 al 23 novembre si tiene in Vaticano la X sessione di dialogo tra la Santa Sede e l’istituzione statale iraniana della cultura (Islamic Culture and Relations Organization, ICRO), dedicata a «Estremismo e violenza in nome della fede. Quale approccio alla religione». Il dialogo tra il Vaticano e l’islam sciita è in corso da 22 anni. Più note, di recente, le vicende delle relazioni con l’islam sunnita, rappresentato dalla sua massima autorità riconosciuta, l’Università di Al-Azhar. Quest’ultimo dialogo si è riaperto durante il pontificato di Francesco, ed è culminato il 23 maggio con un incontro in Vaticano tra il papa e il grande imam di Al-Azhar. Questi aveva interrotto i rapporti con la Santa Sede nel 2011 interpretando come indebita interferenza occidentale le dichiarazioni di Benedetto XVI sulla necessità di proteggere i cristiani in Egitto e in Medio Oriente, pronunciate dopo l’attentato alla cattedrale copta di Alessandria del Capodanno 2011.

Chiesa ortodossa greca in Africa – Diaconato femminile

Il Sinodo del Patriarcato greco-ortodosso di Alessandria e di tutta l’Africa, che si riunisce ad Alessandria d’Egitto dal 15 al 17 novembre sotto la presidenza del patriarca Theodoros II, decide di ripristinare l’istituto del diaconato femminile e nomina una commissione di vescovi «per un esame approfondito della questione». Nel comunicato finale dei lavori il Santo Sinodo sottolinea che «i diversi approcci ai problemi della vita della Chiesa non sono per noi deviazioni dalla verità ortodossa, ma rappresentano l’adattamento alla realtà africana». La discussione sull’eventuale ripristino del diaconato femminile è aperta da tempo all’interno di istituzioni teologiche dell’ortodossia calcedonese. Anche presso la Santa Sede nello scorso agosto è stata istituita una commissione di studio sul diaconato delle donne, presieduta dall’arcivescovo gesuita Luis Francisco Ladaria Ferrer, segretario della Congregazione per la dottrina della fede.

Daniela Sala