Chiesa ortodossa serba – Verso la nuova costituzione

Nella Chiesa ortodossa serba è in corso una profonda revisione dell’ordinamento ecclesiale, per rispecchiare un maggiore collegamento della Chiesa ortodossa al Kosovo, ritenuto la culla della cultura e della spiritualità serba. Una modifica che va ricollegata con i timori della Chiesa ortodossa serba verso i negoziati per l’adesione all’Unione Europea, che hanno posto come una delle condizioni per l’ingresso della Serbia il raggiungimento di un accordo per l’autonomia del Kosovo. Cambierà anche il nome, che diventerà «Chiesa ortodossa serba – Patriarcato di Peć» (Peć, Peja in albanese, è una città dell’ovest del Kosovo che ospita una sede importante del Patriarcato serbo). Verrebbe riformata anche la procedura d’elezione del patriarca, che avverrebbe non più con un «sorteggio apostolico» fra tre buste chiuse con i nomi dei candidati, ma con una normale elezione a scrutinio segreto nel Sinodo, con la maggioranza dei due terzi. Il nome ufficiale del capo della Chiesa ortodossa dovrebbe diventare arcivescovo di Peć, metropolita di Belgrado e Karlovci e patriarca dei serbi. L’adozione della nuova costituzione avverrà con ogni probabilità nella riunione del Santo Sinodo in maggio.

CEC – Conferenza su missione ed evangelizzazione

Dopo 60 anni, si tiene nuovamente in Africa – ad Arusha, in Tanzania, dall’8 al 13 marzo – la Conferenza sulla missione al mondo e l’evangelizzazione dell’omonima commissione (CWME) del Consiglio ecumenico delle Chiese (CEC). Si tratta della 14a Conferenza, dalla prima tenutasi a Edimburgo nel 1910 (a cui si fa risalire l’inizio del movimento ecumenico). La conferenza ha come tema «Muoversi nello Spirito: chiamati a un discepolato di trasformazione», e s’intende anche come un’occasione per ascoltare e imparare dalle Chiese africane, poiché il sud del mondo oggi ospita la maggioranza dei cristiani. Al termine della Conferenza viene pubblicato un documento intitolato Appello di Arusha al discepolato, che afferma: «Nonostante alcuni barlumi di speranza (…) abbiamo osservato l’accumulo sconvolgente di ricchezza a causa di un sistema finanziario globale, che arricchisce pochi e impoverisce molti. Questo è alla radice di molte delle guerre, dei conflitti, della devastazione ecologica e della sofferenza attuali». E tra gli appelli finali ai cristiani si dice: «Siamo chiamati ad abbattere muri e a cercare la giustizia con le persone che sono private delle loro terre e costrette a partire, inclusi migranti, rifugiati e richiedenti asilo, e a opporci alle nuove frontiere e confini che separano e uccidono».

Ortodossia – Sinodo sui giovani

Anche le Chiese ortodosse, come la Chiesa cattolica, hanno in previsione un Sinodo sui giovani, che dovrebbe aiutare ad affrontare e superare le tensioni fra le diverse Chiese ortodosse all’interno delle generazioni più giovani. Dove e quando non è ancora chiaro, secondo quanto diffuso dall’agenzia KNA News, anche se una delle possibilità parrebbe essere la Romania. Un primo incontro preliminare si tiene a Istanbul dal 16 al 18 marzo, con la partecipazione di diverse centinaia di giovani provenienti da tutto il mondo ortodosso, principalmente dalla Turchia, dalla Grecia, da Cipro e dalla diaspora americana. Il patriarca Bartolomeo li accoglie come il «futuro dell’ortodossia»: «Siete figli di Facebook e Instagram, vivete in un ambiente virtuale. Frantumate le vostre pareti di vetro, immergetevi in caldi rapporti interpersonali, scoprite dietro i vostri portatili l’unico vero Dio». E «in voi è la speranza dell’ortodossia».

Brasilia – Dichiarazione ecumenica sull’acqua

La Rete ecumenica per l’acqua (EWN) del Consiglio ecumenico delle Chiese (CEC) partecipa dal 17 al 22 marzo al Forum alternativo mondiale dell’acqua che si tiene a Brasilia, in concomitanza con il Forum mondiale dell’acqua. Nell’occasione viene ratificata dalle numerose associazioni presenti la Dichiarazione ecumenica sull’acqua come diritto umano e bene comune, elaborata nel 2005 dal Consiglio nazionale delle Chiese cristiane del Brasile, dalla Conferenza nazionale dei vescovi del Brasile, dalla Federazione delle Chiese protestanti svizzere e dalla Conferenza episcopale svizzera.

Chiesa d’Inghilterra – Violenze su minori

In Inghilterra e Galles è in corso dal 2017 un’Indagine indipendente sulla violenza sessuale su minori (Independent inquiry into child sexual abuse, IICSA), simile a quella australiana (Regno-att. 2,2018,12), che ha l’obiettivo di esaminare le accuse contro autorità locali, organizzazioni religiose, forze armate, istituzioni pubbliche e private e personaggi pubblici, risalendo indietro di molti decenni. In marzo la commissione – che da quando è stata annunciata nel 2014 ha subito varie vicissitudini, dal continuo avvicendamento dei presidenti alla perdita di fiducia dichiarata dalle maggiori associazioni delle vittime – ha iniziato le udienze relative alla Chiesa d’Inghilterra, partendo dalla diocesi di Chichester, nel Sussex, dov’è stata avanzata l’ipotesi di una rete di connivenze tra clero e vescovi per coprire le violenze. L’arcivescovo di Canterbury, Justin Welby, afferma prima in una testimonianza scritta e poi nell’udienza del 21 marzo che quanto sta emergendo suscita vergogna e orrore al massimo grado.

Italia – Chiude la Società biblica britannica e forestiera

Il 29 marzo l’agenzia italiana della Società biblica britannica e forestiera, presente nel paese da oltre 200 anni per produrre e distribuire le Scritture cristiane, anche quando tale attività era condannata dalla Santa Sede, annuncia la chiusura per difficoltà economiche a partire dal 1° aprile. Il presidente Valdo Bertalot ricorda nell’occasione, sull’agenzia NEV, come la Società con il suo impegno di diffusione della sacra Scrittura abbia «contribuito alla crescita della nazione italiana sin dai tempi del Risorgimento, del Regno d’Italia e della Repubblica italiana». Continuerà invece la propria attività la Società biblica in Italia, che sta portando avanti il progetto della «Bibbia della Riforma», la nuova traduzione delle Scritture promossa dai protestanti italiani in occasione dei 500 anni della Riforma luterana.

Daniela Sala