Chiesa d’Inghilterra – Williams annuncia le dimissioni

Il 16 marzo il 104° arcivescovo di Canterbury Rowan Williams, primate della Chiesa d’Inghilterra e di conseguenza anche capo –come primus inter pares – della Comunione anglicana, annuncia che si dimetterà il 31 dicembre, e che tornerà a dedicarsi all’attività accademica come rettore del Magdalene College, Università di Cambridge. Seguendo l’esempio dei suoi due predecessori, Carey (1992-2002) e Runcie, sceglie di non arrivare al compimento dei 70 anni (ne ha 61), ma di ritirarsi al completamento di un decennio; aveva infatti assunto l’incarico nel 2003. Questo permetterà al suo successore di guidare la preparazione della Conferenza di Lambeth, che è uno degli «strumenti di comunione» – insieme peraltro alla stessa figura dell’arcivescovo di Canterbury – che uniscono le 38 province anglicane e che dovrebbe tenersi nel 2018.  La «crisi della comunione» è il principale problema che ha accompagnato il decennio di Williams. Nell’anno stesso della sua «intronizzazione » la Chiesa episcopaliana, cioè la provincia anglicana statunitense, consacra vescovo Gene Robinson, un prete pubblicamente impegnato in una relazione omosessuale. È l’inizio di una frattura, all’interno della Comunione anglicana, tra le province liberal, che approvano e benedicono le unioni omosessuali, e le province del Sud del mondo, che considerano questa una deviazione dal principio dell’autorità della Scrittura. La mediazione proposta da Williams consiste in un documento, il Patto anglicano, che esplicita il ruolo degli «strumenti di comunione» e la procedura per affrontare le controversie tra le province, e che è attualmente in fase di valutazione. Al momento è stato firmato da otto province.

Chiesa ortodossa russa – Elezioni presidenziali

L’elezione di Vladimir Putin a un terzo mandato come presidente della Federazione russa alimenta nel paese un dibattito sulla società civile e le relazioni tra lo stato e la Chiesa ortodossa russa, dopo che le elezioni parlamentari dello scorso dicembre avevano sollevato un’ondata di proteste con l’accusa di brogli (cf. Regno-att. 2,2012,55). I vertici del Patriarcato di Mosca riconfermano la posizione di endorsement rispetto al governo. Il 5 marzo Vsevolod Chaplin, responsabile del Dipartimento per le relazioni tra Chiesa e società del Patriarcato, plaude alla scelta dei russi: «La scelta della maggioranza è ovvia, è una dimostrazione di saggezza, serietà e vera attenzione per il paese e per il prossimo». Mentre il 17 marzo il patriarca Cirillo I esorta i fedeli all’unità, anche nelle scelte politiche, come il «più grande valore intrinseco» della Chiesa.  Ma dopo dicembre il Patriarcato deve fare i conti con il fatto che una società civile sta nascendo, e con la presenza di fedeli e preti ortodossi anche nelle file dell’opposizione.

Bulgaria – Chiesa ortodossa sotto accusa

Il lavoro della Commissione per i dossier, che sta analizzando gli archivi della «Darzhavna Sigurnost», i servizi segreti della Bulgaria comunista, ha rivelato in gennaio che 11 dei 15 vescovi dell’attuale Santo Sinodo della Chiesa ortodossa bulgara figurano nelle liste dei collaboratori. Solo il patriarca Maxim, il vescovo di Lovech Garvil, Nikolai, il vescovo di Plovdiv e il vescovo Silistra Mavrosii non sarebbero implicati. Il 5 marzo un sondaggio rivela che il 19% degli intervistati ha ancora fiducia nella Chiesa, il 23% l’ha persa e il 56% è indeciso. Ma la metà del campione afferma che un’istituzione così importante nel paese dovrebbe agire, facendo dimettere i patriarchi coinvolti e chiedendo pubblicamente perdono. Cinque giorni dopo le rivelazioni della Commissione, il Santo Sinodo, per voce del patriarca Maxim, aveva chiesto il perdono per i vescovi che si sono macchiati della collaborazione con i servizi segreti comunisti, aggiungendo che il Sinodo prenderà una posizione ufficiale nei confronti dei vescovi accusati solo dopo aver analizzato la questione.

Chiesa di Norvegia – Dis-establishment

Il 16 marzo il governo norvegese alla presenza del re Harald V approva il primo passo formale della separazione tra lo stato e la luterana Chiesa di Norvegia, dal 1537 Chiesa di stato. Il processo, analogo a quello intrapreso dalla Svezia (cf. Regno-att. 18,1999,635; 22,1999,746), era iniziato nel 2006 (cf. Regno-att. 2,2006,15). Dovrà essere il Parlamento ora ad adottare la proposta nei prossimi mesi.

Millenario di Camaldoli: Roma e Canterbury

Il 10 marzo nel monastero camaldolese di San Gregorio al Celio di Roma, Benedetto XVI e l’arcivescovo di Canterbury e primate della Chiesa d’Inghilterra Rowan Williams presiedono alla celebrazione dei mille anni di fondazione della famiglia monastica di Camaldoli. Cf. Regnodoc.  7,2012,201ss e Regno-att. 4,2012,99ss.

Egitto – Morte di Shenouda III

Muore il 17 marzo a 88 anni ad Alessandria d’Egitto il patriarca copto ortodosso Shenouda III, 117° successore di san Marco. Cf. Regno-att. 6,2012,150.

Arabia Saudita – Chiese cristiane

Il gran muftì Sheikh Abdul Aziz bin Abdullah, massima autorità religiosa islamica dell’Arabia Saudita, afferma il 21 marzo – in risposta alla richiesta di chiarimenti di un’organizzazione non governativa kuwaitiana – che in base alla volontà del profeta Muhammad nella Penisola araba dovrebbero essere distrutte tutte le chiese cristiane. L’affermazione suscita molte reazioni nel Medio Oriente, e profonde preoccupazioni tra i cristiani dei paesi arabi.

Cipro – Primati ortodossi del Medio Oriente

Per la seconda volta dopo l’inizio della cosiddetta «primavera araba», che è evoluta in una situazione di acutissima instabilità per i cristiani del Medio Oriente, i primati delle Chiese ortodosse del Medio Oriente s’incontrano, affrontando in particolare il problema dei cristiani in Siria. La riunione ha luogo a Cipro il 27 marzo, mentre la precedente si era tenuta a Istanbul in settembre (cf. Regno-att.  18,2011,626).

USA – Le Chiese e la recessione

Gli effetti che la recessione, seguita alla lunga fase di crisi economica, ha prodotto sulla gestione economica delle Chiese cristiane sono studiati da due rapporti pubblicati negli Stati Uniti alla fine di marzo. La quarta edizione dell’indagine State of the Plate, finanziata tra gli altri dall’Evangelical council for financial accountability (ECFA), rivela che nel 2011 il 53% delle 1.360 congregazioni analizzate ha avuto una crescita nelle donazioni dopo la brusca frenata degli anni precedenti.  Secondo lo Yearbook of American and Canadian Churches 2012, anche se il livello dell’affiliazione religiosa è rimasto relativamente stabile nelle Chiese USA gli effetti della recessione nel 2010 hanno provocato una caduta delle donazioni di 1,2 miliardi di dollari; in termini di contribuzione pro capite si è misurato un calo del 2,2%. Nel 2009 si erano persi invece 431 milioni di dollari.