Vienna – Dichiarazione interreligiosa per la pace

Il card. Christoph Schönborn, il rabbino capo austriaco Jaron Engelmayer e il presidente della Comunità religiosa islamica in Austria Ümit Vural firmano il 9 gennaio la Dichiarazione di Vienna. Nel testo congiunto, promosso dall’arcivescovo di Vienna, i tre leader religiosi sottolineano la cooperazione delle comunità religiose per la pace e la buona convivenza nella società, condannano fermamente qualsiasi uso improprio della religione per incitare o giustificare il terrore e la violenza e s’oppongono a qualsiasi forma di discriminazione e minaccia alla vita religiosa. La Dichiarazione nasce in un contesto di cambiamento politico, dopo che il 6 gennaio il presidente della Repubblica austriaca, Alexander Van der Bellen, ha conferito l’incarico di cancelliere a Herbert Kickl, leader del partito d’estrema destra Freiheitliche Partei Österreichs (FPÖ), fondato negli anni Cinquanta sulle ceneri del nazionalsocialismo, che nel dopoguerra non aveva mai avuto accesso all’incarico.

Germania – 500 anni del movimento anabattista

Il 18 gennaio viene deposta una placca in memoria di sei anabattisti condannati a morte in Turingia nel 1530, nel corso della persecuzione di cui furono fatti segno da parte sia protestante sia cattolica. È uno dei momenti delle celebrazioni per i 500 anni del movimento anabattista in Germania, il cui inizio è convenzionalmente fissato al 21 gennaio 1525, con il primo battesimo di una persona adulta a Zurigo, in Svizzera. Il movimento anabattista, nato sulla scia della Riforma, è noto come la «corrente di sinistra» o «radicale» della Riforma. A rifarsi al movimento come loro momento fondativo sono oggi le Chiese mennonite. La Conferenza mennonita mondiale commemorerà il 500° del movimento il 29 maggio a Zurigo, con lo slogan «Il coraggio di amare: anabattismo@500» (bit.ly/42NLBy3).

CCEE-KEK – Nuova Charta oecumenica europea

Il 22 gennaio la Conferenza delle Chiese europee (KEK, Chiese protestanti, ortodosse e vecchiocattoliche) informa che il lancio ufficiale della nuova Charta oecumenica, elaborata insieme al Consiglio delle Conferenze episcopali d’Europa (CCEE, Chiese cattoliche) avverrà il 26 e 27 aprile a Vilnius, in Lituania, dopo che il 28 gennaio a Łódź, in Polonia, un gruppo di lavoro congiunto ha raccolto i suggerimenti di tutte le Chiese e steso il testo finale. Firmata nel 2001 da KEK e CCEE, la Charta oecumenica è stata la pietra miliare della cooperazione ecumenica europea per oltre due decenni. La versione rivista cerca d’affrontare le sfide contemporanee e di riflettere le realtà in evoluzione della società e del cristianesimo europei. 

Settimana di preghiera per l’unità dei cristiani – Data comune per la Pasqua

Il 25, memoria della conversione di san Paolo, papa Francesco conclude la Settimana di preghiera per l’unità dei cristiani presiedendo i Secondi vespri in San Paolo fuori le Mura. Nell’occasione pronuncia un appello perché i cristiani compiano «un passo decisivo verso l’unità, intorno a una data comune, una data per la Pasqua», dando la disponibilità della Chiesa cattolica «ad accettare la data che tutti vogliono fare: una data dell’unità». Subito dopo il papa, anche il patriarca ecumenico Bartolomeo, davanti al Consiglio d’Europa a Strasburgo, s’esprime con convinzione a favore di una prosecuzione dei colloqui in tal senso. Il 1° febbraio il segretario generale del Consiglio ecumenico delle Chiese (CEC) Jerry Pillay esprime soddisfazione al SIR per queste dichiarazioni, che «s’aggiungono in modo significativo ad altri leader della Chiesa e teologi che hanno espresso la stessa richiesta e desiderio per una data comune per la Pasqua». Al tempo stesso, afferma, «le voci che sottolineano la complessità dei processi di decisione su una data comune (…) devono essere ascoltate come una sincera preoccupazione che il processo che porta a una data comune includa davvero tutte le Chiese».

Albania – Morte dell’arcivescovo ortodosso Anastasios

Il 25 gennaio si spegne a 95 anni ad Atene l’arcivescovo Anastasios di Tirana, Durazzo e di tutta l’Albania. Anastasios (Yannoulatos), nato nel 1929 al Pireo, era stato il rifondatore della Chiesa ortodossa albanese, e aveva ricoperto l’incarico di vicepresidente del Consiglio delle Chiese europee (KEK) all’epoca del Concilio di Creta (2016). La Chiesa ortodossa di Albania, autocefala dal 1937, è stata riorganizzata nel 1991 dal Patriarcato Ecumenico dopo una lunga persecuzione sotto il regime ateo comunista di Tirana. Nel 1998 è stato ricostituito il Santo Sinodo, che attualmente ha 8 vescovi. Le parrocchie oggi sono più di 900, mentre i fedeli secondo il censimento del 2011 sono il 6,75% della popolazione. Al funerale, il 30 gennaio, hanno preso parte sia rappresentanti del Patriarcato Ecumenico, in primis lo stesso patriarca Bartolomeo, sia rappresentanti del Patriarcato di Mosca, nonostante la rottura dei rapporti di comunione tra i due patriarcati.

Germania – Le Chiese sulla riforma dell’immigrazione

La Chiesa evangelica in Germania (EKD) e la Conferenza episcopale tedesca il 29 gennaio pubblicano una dichiarazione congiunta (bit.ly/4gFJKyC, in tedesco) in cui criticano il progetto di legge per limitare l’afflusso illegale di cittadini di paesi terzi in Germania, dopo che una mozione dei conservatori di Friederich Merz per chiedere all’esecutivo norme più severe sui respingimenti aveva raccolto il sostegno del partito di ultradestra Alternative für Deutschland (AfD) e scatenato un terremoto politico (il progetto è poi stato respinto dal Parlamento federale il 31). Nella loro dichiarazione le due Chiese cristiane sottolineano che le misure proposte non contribuiscono a risolvere le sfide della politica migratoria. In particolare le restrizioni al ricongiungimento familiare e l’estensione dei poteri della polizia federale sollevano, dal punto di vista delle Chiese, questioni legali ed etiche. La dichiarazione è a favore di una politica migratoria responsabile che sostenga i principi dei diritti umani e consenta l’integrazione sociale.

 Daniela Sala