Serbia – Il patriarca Irinej sul card. Stepinac

Il patriarca della Chiesa ortodossa serba Irinej in un’intervista al quotidiano di Belgrado Vecernje Novosti – riferisce il 3 gennaio l’agenzia austriaca Kathpress – esprime apprezzamento per la posizione di papa Francesco sulla possibile canonizzazione del cardinale croato Alojzije Stepinac (1898-1960), sulla quale la Chiesa cattolica croata e la Chiesa ortodossa serba sono da anni in conflitto, con una forte strumentalizzazione politica. Afferma Irinej: «Come è noto, ciascuna delle due parti – la nostra, ortodossa serba, e l’altra, quella cattolica croata – sono rimaste sulle loro posizioni. Che i politici croati siano così impegnati su questo problema… la dice lunga sulla natura e lo scopo di tutta la questione. Quale sarà il risultato, davvero non posso saperlo. Ma una cosa so: il papa comprende la Chiesa in modo diverso rispetto a certi circoli di Zagabria o alla maggioranza dei vescovi in Croazia». Il card. Stepinac, arcivescovo di Zagabria dal 1937 al 1960, dopo la fine della Seconda guerra mondiale e la conquista del potere da parte dei comunisti fu condannato a 16 anni di carcere con l’accusa di collaborazionismo con i fascisti croati durante la guerra. Dopo sei anni di prigione trascorse il resto della vita agli arresti domiciliari fino alla morte, e fu beatificato da Giovanni Paolo II nel 1998. Dal luglio 2016 al luglio 2017 una Commissione storica ecumenica croata-serba, su incarico di papa Francesco, ha riesaminato la biografia del cardinale, concludendo che «vari eventi, interventi, scritti, silenzi e prese di posizioni sono tuttora oggetto di interpretazioni varie. Nel caso del card. Stepinac, le prevalenti interpretazioni date rispettivamente dai croati cattolici e dai serbi ortodossi restano ancora divergenti». Nel novembre 2017 il segretario di stato vaticano, card. Pietro Parolin, ha detto durante una visita a Zagabria che una possibile canonizzazione del card. Stepinac per la Santa Sede non deve portare a ulteriori divisioni tra croati e serbi.

Chiesa apostolica armena – Diaconessa

Il 5 gennaio viene confermata l’ordinazione come diaconessa di Ani-Kristi Manvelian, anestesista di 24 anni, conferita lo scorso settembre dall’arcivescovo Sebouh Sarkissian, alla guida dell’arcidiocesi apostolica armena di Teheran, con la diffusione di alcune foto che mostrano la diaconessa mentre serve all’altare durante la liturgia della vigilia di Natale. Ani-Kristi Manvelian è laica e non appartiene a nessuna congregazione monastica femminile. La sua ordinazione è avvenuta mentre la Chiesa apostolica armena deve ancora formalmente ripristinare il diaconato femminile. «Quello che ho fatto è in conformità con la tradizione della Chiesa – ha riferito l’arcivescovo Sarkissian – e vuole servire a «rivitalizzare la partecipazione delle donne anche nella nostra vita liturgica». Tra le Chiese d’Oriente anche il Sinodo del Patriarcato greco-ortodosso di Alessandria d’Egitto nel novembre 2016 ha deciso di ripristinare l’istituto del diaconato femminile, e ha nominato una Commissione di vescovi «per un esame approfondito della questione». La discussione sull’eventuale ripristino dell’ordinazione diaconale femminile e sul potenziale ruolo delle diaconesse nelle attività pastorali e nell’animazione missionaria è aperto da tempo all’interno di istituzioni teologiche dell’ortodossia calcedonese.

Consiglio ecumenico delle Chiese – 70 anni

Si aprono ufficialmente il 24 gennaio a Ginevra, in Svizzera, le celebrazioni per il 70° anniversario del Consiglio ecumenico delle Chiese (CEC), con una liturgia e un momento conviviale organizzati dall’Assemblea delle Chiese e comunità cristiane di Ginevra nell’ambito della Settimana di preghiera per l’unità dei cristiani. Fra gli eventi in programma nel 2018 avranno anche luogo una Conferenza mondiale sulla missione e l’evangelizzazione, in marzo in Tanzania, un Simposio sullo sviluppo sostenibile insieme ad ACT Alliance, in Svezia in autunno, mentre il culmine sarà il 23 agosto, data della fondazione del maggiore organismo ecumenico mondiale, ad Amsterdam. Il CEC raggruppa 348 Chiese protestanti e ortodosse in tutto il mondo, mentre la Chiesa cattolica è membro solo della Commissione teologica, Fede e costituzione.

Francesco – Settimana di preghiera per l’unità dei cristiani

Ricevendo il 25 gennaio, come ogni anno, una delegazione della Chiesa evangelica luterana di Finlandia, che gli consegna il documento recentemente pubblicato dalla Commissione di dialogo luterana-cattolica finlandese (cf. Regno-att. 22,2017,679), papa Francesco dichiara: «Con gioia e gratitudine ricevo oggi dalle vostre mani il documento prodotto recentemente dalla Commissione di dialogo luterana-cattolica della Finlandia, intitolato Comunione in crescita. Dichiarazione sulla Chiesa, l’eucaristia e il ministero. In questi contenuti cruciali sono ravvisabili i temi decisivi intorno ai quali il dialogo ecumenico potrà e dovrà essere portato avanti. Infatti, dopo il consenso raggiunto tra luterani e cattolici su questioni fondamentali relative alla dottrina della giustificazione, le implicazioni ecclesiologiche di tale accordo devono far parte necessariamente dell’ordine del giorno dei dialoghi ecumenici». Durante la celebrazione dei vespri a conclusione della Settimana di preghiera per l’unità dei cristiani, nella basilica di San Paolo fuori le mura, Francesco sottolinea: «Man mano che cresciamo nella vita spirituale, comprendiamo sempre meglio che la grazia ci raggiunge insieme agli altri (…) Le varie confessioni cristiane hanno fatto questa esperienza (…) Quando diciamo di riconoscere il battesimo dei cristiani di altre tradizioni, confessiamo che anch’essi hanno ricevuto il perdono del Signore e la sua grazia che opera in loro. E accogliamo il loro culto come espressione autentica di lode per quanto Dio compie (...) E anche quando le divergenze ci separano, riconosciamo di appartenere al popolo dei redenti, alla stessa famiglia di fratelli e sorelle amati dall’unico Padre».

Consiglio delle Chiese del Medio Oriente – Una donna alla Segreteria generale

Il Comitato esecutivo del Consiglio delle Chiese del Medio Oriente nella sua riunione del 25-26 gennaio in Libano elegge all’unanimità la prof.ssa Souraya Bechealany come segretaria generale ad interim dell’organismo ecumenico, in luogo di p. Michel Jalkh, divenuto rettore dell’Università Antonine (Beirut). Bechealany, la prima donna a ricoprire il ruolo, insegna teologia presso l’Università Saint-Joseph di Beirut. Il Consiglio delle Chiese del Medio Oriente (MECC), fondato nel 1974 a Nicosia e attualmente con sede a Beirut, ha lo scopo di facilitare la convergenza delle comunità cristiane mediorientali su temi di comune interesse e favorire il superamento di contrasti di matrice confessionale.

Daniela Sala