Strage di Parigi – Reazioni ecumeniche

Dopo la strage a opera di terroristi islamici nella redazione del settimanale satirico Charlie Hebdo e nel supermercato kosher a Parigi, gli organismi ecumenici e interreligiosi europei e mondiali esprimono una ferma condanna, insieme alla vicinanza e solidarietà ai familiari delle vittime e alla Francia repubblicana e ai suoi valori. Riaffermano la libertà di espressione, accanto a quella di religione e di coscienza, e la preoccupazione per l’aumento dell’islamofobia e dell’antisemitismo nelle nostre società. Sull’agenzia NEV del 14 gennaio 2015 sono riepilogate le reazioni dei vari organismi, dal Consiglio ecumenico delle Chiese (CEC) alla Conferenza delle Chiese europee (KEK), a Religioni per la pace, la più ampia coalizione multireligiosa al mondo con sede a New York, al Consiglio europeo dei leader religiosi (ECRL), al Consiglio nazionale delle Chiese degli USA (NCCUSA).

Chiesa d’Inghilterra – Progetto di riforma

I due arcivescovi della Chiesa d’Inghilterra, quello di Canterbury Justin Welby e quello di York John Sentamu, il 12 gennaio scrivono ai membri del Sinodo generale per sintetizzare il contenuto di 4 documenti che dovranno essere discussi nella sessione di febbraio. Essi delineano un «programma per la riforma e il rinnovamento», e riguardano rispettivamente il discernimento e la formazione di quelli che sono chiamati a posti di responsabilità, il finanziamento dell’educazione ministeriale, il futuro impiego delle risorse e la semplificazione. I due arcivescovi richiamano l’urgenza di procedere a una riforma istituzionale della Chiesa anglicana inglese a causa del declino numerico, e quindi in prospettiva anche economico, a fronte di un numero ingente di edifici e opere da mantenere, e a causa dell’invecchiamento del clero, il 40% del quale andrà in pensione nel prossimo decennio. «Se la Chiesa d’Inghilterra deve tornare a crescere c’è un bisogno urgente di ridefinire le risorse e di fare in modo che i limitati fondi siano impiegati con la massima efficacia». Le linee d’ispirazione che devono orientare la riforma sono individuabili nella missionarietà e nell’opzione preferenziale per i poveri.

Francesco – Dialogo interreligioso

Incontrando i rappresentanti delle diverse religioni presenti nello Sri Lanka, il 13 gennaio a Colombo, il papa così si esprime: «Perché tale dialogo e incontro sia efficace, deve fondarsi su una presentazione piena e schietta delle nostre rispettive convinzioni. Certamente tale dialogo farà risaltare quanto siano diverse le nostre credenze, tradizioni e pratiche. E tuttavia, se siamo onesti nel presentare le nostre convinzioni, saremo in grado di vedere più chiaramente quanto abbiamo in comune. Nuove strade si apriranno per la mutua stima, cooperazione e anche amicizia». Cf. Regno-doc. 3,2015,2.

Giubileo della Riforma 2017 – Commemorazione ecumenica nel 2016

La Federazione luterana mondiale (FLM) e il Pontificio consiglio per la promozione dell’unità dei cristiani in un comunicato del 15 gennaio annunciano che organizzeranno insieme un evento ecumenico nella primavera del 2016 come prosecuzione del processo «Dal conflitto alla comunione» e per affermare i doni ricevuti attraverso il dialogo ecumenico, in vista del giubileo della Riforma nel 2017 ma anche per celebrare i 50 anni di dialogo tra la FLM e la Chiesa cattolica, che ricorrono sempre nel 2017. L’evento del 2016 si concentrerà sui progressi concreti del dialogo luterano-cattolico, che sono trattati nel documento congiunto Dal conflitto alla comunione. La commemorazione comune luterana-cattolica della Riforma nel 2017 (Supplemento a Regno doc. 11,2013). E sul numero di gennaio della rivista tedesca Politik&Kultur il card. Reinhard Marx, presidente della Conferenza episcopale tedesca, afferma che «Lutero non aveva lo scopo di dividere la Chiesa, ma con le sue aspirazioni di riforma voleva richiamare l’attenzione su ciò che oscurava il messaggio del Vangelo. Dopo 50 anni di dialogo ecumenico comune è possibile anche al cristiano cattolico leggere i testi di Lutero apprezzandoli, e imparare dal suo pensiero». Già Benedetto XVI nel suo discorso a Erfurt nel 2011 aveva riconosciuto il valore della domanda di Lutero su Dio per tutti i cristiani.

Settimana di preghiera per l’unità dei cristiani

Si celebra come ogni anno dal 18 al 25 gennaio la Settimana di preghiera per l’unità dei cristiani, il cui tema generale è «Dammi un po’ d’acqua da bere» (Gv 4,7) ed è stato scelto dai cristiani del Brasile, che hanno prodotto il relativo materiale liturgico. L’edizione italiana, curata dalla Società biblica in Italia, è preceduta da una presentazione firmata congiuntamente dal pastore Massimo Aquilante, presidente della Federazione delle Chiese evangeliche in Italia (FCEI); dal vescovo Mansueto Bianchi, presidente della Commissione episcopale per l’ecumenismo e il dialogo della CEI; e dal metropolita Gennadios Zervos, arcivescovo ortodosso d’Italia e Malta ed esarca per l’Europa meridionale. Alla delegazione ecumenica che ogni anno si reca a Roma per la festa di S. Enrico, il 22 gennaio, papa Francesco dice: «Una testimonianza cristiana condivisa è particolarmente necessaria davanti alla diffidenza, all’insicurezza, alle persecuzioni e alle sofferenze sperimentate da tante persone nel mondo di oggi».

Germania – 70° della liberazione di Auschwitz

In occasione del 70° anniversario della liberazione del campo di sterminio di Auschwitz, il 27 gennaio, il presidente della Conferenza episcopale tedesca card. Reinhard Marx e il presidente del Consiglio della Chiesa evangelica in Germania, il vescovo Heinrich Bedford-Strohm, pubblicano il 23 gennaio una dichiarazione comune. Per i cristiani tedeschi «Auschwitz è una ferita aperta nel corpo dell’umanità. Il ricordo doloroso di Auschwitz oggi ci presenta la domanda del senso di colpa con le sue conseguenze, nonché le nostra responsabilità». Come cristiani infatti «non possiamo evitare anche la questione del perché i reati di Auschwitz siano accaduti in un continente che è stato segnato dal cristianesimo». Oggi con il progetto dell’Europa unita «è una questione di fedeltà e rispetto della memoria per loro e noi stessi far rispettare i diritti umani e opporsi all’aumento dei movimenti disumani, xenofobi e nazionalisti».

Lombardia – Legge anti-moschee

Il 27 gennaio vengono approvate in Lombardia le Modifiche alla legge regionale 11 marzo 2005, n. 12 (Legge per il governo del territorio) - Principi per la pianificazione delle attrezzature per servizi religiosi, che regolamentano la costruzione di nuovi luoghi di culto non cattolici, e che vengono aspramente criticate da diverse minoranze religiose presenti nella regione. Il provvedimento introduce il requisito di un’Intesa con lo stato per la comunità che intenda costruire un luogo di preghiera, o in assenza dell’Intesa degli «statuti che esprimano carattere religioso delle loro finalità istituzionali e il rispetto dei valori della Costituzione». I rappresentanti di alcune minoranze religiose alla vigilia del voto avevano firmato un appello ai consiglieri regionali perché non votassero una legge che lede «il diritto alla libertà di culto non solo dei musulmani ma di tutte le minoranze religiose, in particolare rendendo quasi impossibile la costruzione dei nuovi luoghi di culto per chi non confessa la religione cattolica». Il testo della legge si trova nel sito dell’Osservatorio delle libertà e istituzioni religiose (www.olir.it/documenti).

Daniela Sala