Ortodossia - Contrasti sul primato

Agli inizi di gennaio si sviluppa una controversia intra-ortodossa tra il Patriarcato Ecumenico e il Patriarcato di Mosca sulla questione ecclesiologica del primato, in seguito all’approvazione di un documento Sul problema del primato nella Chiesa universale da parte del Santo Sinodo della Chiesa ortodossa russa il 26 dicembre. Tale contrasto getta un’ombra sul processo di preparazione del Concilio panortodosso, in vista del quale il patriarca ecumenico Bartolomeo I ha invitato a Costantinopoli tutti i patriarchi e gli arcivescovi ortodossi il 9 marzo, come anche sul dialogo ecumenico in atto con la Chiesa cattolica proprio sul tema del primato. Dopo quattro anni dall’ultima riunione dell’apposita commissione cattolica-ortodossa nel 2010, un nuovo incontro è programmato per il prossimo settembre in Serbia. Cf. Regno-att. 2,2014,54; Regno-doc. 3,2014,121.

Ortodossi e anglicani – Visita tra primati

Il 13 gennaio l’arcivescovo di Canterbury Justin Welby, primate dell’anglicana Chiesa d’Inghilterra e primus inter pares tra gli arcivescovi anglicani, fa visita a Istanbul a Bartolomeo I, patriarca ecumenico e primus inter pares tra gli arcivescovi ortodossi, su invito di quest’ultimo. Afferma che la riconciliazione tra le Chiese d’Oriente e d’Occidente è una delle sue priorità e invita il primate ortodosso a Londra nel 2015.

Siria – Le Chiese alla conferenza di pace «Ginevra II»

Durante un simposio tenutosi nella sede del Consiglio ecumenico delle Chiese (CEC) a Ginevra dal 15 al 17 gennaio, alcuni rappresentanti cattolici, ortodossi, protestanti e anglicani, molti dei quali provenienti dal Medio Oriente, scrivono un appello alla Conferenza internazionale di pace «Ginevra II» che si riunisce a Montreux, in Svizzera, il 22 gennaio e a Ginevra dal 23 al 31. Nella dichiarazione congiunta affermano che non c’è alcuna soluzione militare al conflitto siriano, e la consegnano a Lakhdar Brahimi, rappresentante delle Nazioni Unite e della Lega araba per la Siria.  Chiedono la deposizione delle armi dentro i confini siriani, per consentire le operazioni di aiuto umanitario e la ricostruzione del paese, ferma restando l’adeguata tutela del carattere multietnico, multireligioso e multiconfessionale della società siriana, e chiedono un’assistenza umanitaria appropriata ai bisogni delle comunità siriane più vulnerabili, nonché ai profughi che si trovano nei paesi limitrofi. Nell’incontro tra Brahimi, il segretario generale del CEC Tveit e Michel Nseir, responsabile del CEC per il Medio Oriente, Brahimi assicura l’impegno a cooperare con le Chiese e l’ONU a favore della pace in Siria.

Settimana di preghiera per l’unità dei cristiani

Sotto il titolo «Cristo non può essere diviso!» (1Cor 1,1-17), dal 18 al 25 gennaio si celebra la Settimana di preghiera per l’unità dei cristiani. Il tema dell’iniziativa, promossa dal CEC e dal Pontificio consiglio per la promozione dell’unità dei cristiani, è stato scelto quest’anno dai cristiani del Canada, che hanno elaborato anche il relativo sussidio.  In Italia i materiali vengono adattati dalla Società biblica in Italia (www.societabiblica.eu). Il 17 papa Francesco, accogliendo come ogni anno una delegazione della Chiesa luterana finlandese in pellegrinaggio ecumenico a Roma afferma: «Nel tempo attuale, anche il cammino ecumenico e le relazioni tra i cristiani stanno attraversando significativi cambiamenti, dovuti in primo luogo al fatto che ci troviamo a professare la nostra fede nel contesto di società e culture dove è sempre meno presente il riferimento a Dio e a tutto ciò che richiama la dimensione trascendente della vita. (…) Proprio per questo motivo, bisogna che la nostra testimonianza si concentri sul centro della nostra fede, sull’annuncio dell’amore di Dio che si è manifestato in Cristo suo Figlio. Troviamo qui spazio per crescere nella comunione e nell’unità tra di noi, promuovendo l’ecumenismo spirituale, che nasce direttamente dal comandamento dell’amore lasciato da Gesù ai suoi discepoli. (…) L’ecumenismo è infatti un processo spirituale, che si realizza nell’obbedienza fedele al Padre, nel compimento della volontà di Cristo e sotto la guida dello Spirito Santo».

Portogallo – Battesimo comune

Il 25 gennaio a Lisbona i rappresentanti di varie Chiese cristiane, tra cui quella cattolica, quella presbiteriana, quella metodista e quella ortodossa, firmano una dichiarazione di mutuo riconoscimento del sacramento del battesimo, dopo molti anni di lavoro di un’apposita commissione ecumenica. «Questo passo concreto – si legge nel comunicato congiunto delle Chiese cristiane – riafferma le tante cose che ci uniscono in Cristo come i suoi discepoli, come un popolo di battezzati chiamati a essere nel mondo e per il mondo un segno credibile del Vangelo». Le Chiese ricordano come l’enciclica di Giovanni Paolo II Ut unum sint affermi che «il riconoscimento della fraternità non è la conseguenza di un filantropismo liberale o di un vago spirito di famiglia. Esso si radica nel riconoscimento dell’unico battesimo e nella conseguente esigenza che Dio sia glorificato nella sua opera» (n. 42; EV 14/2745). Pertanto il riconoscimento del battesimo «va ben al di là di un atto di cortesia ecumenica e costituisce una basilare affermazione ecclesiologica».

Italia-Parma – Chiese e moschea

Il 28 gennaio nel corso di una conferenza stampa il Consiglio delle Chiese cristiane di Parma invia alle forze politiche, alle istituzioni locali e al sindaco Federico Pizzarotti un appello – sottoscritto dai rappresentanti delle Chiese metodista, avventista, cattolica, ortodossa greca e romena –, che chiede che a tutti venga garantito il diritto costituzionale alla professione del culto in spazi adeguati e dignitosi, consentendo così il pluralismo religioso proprio di una democrazia. Si riferisce alla lunga e ancora aperta vicenda del Centro islamico locale, da anni ubicato in un capannone nella zona artigianale, dopo che già in precedenza l’amministrazione pubblica era stata sollecitata a trovare una soluzione per garantire a tutti l’esercizio della libertà religiosa attraverso il culto.

Dialogo tra battisti e metodisti

Si tiene a Birmingham (Alabama, USA) dal 30 gennaio al 5 febbraio la prima sessione della prima fase di dialogo ecumenico tra Alleanza battista mondiale e Consiglio metodista mondiale sul tema «Fede attiva nell’amore: cantata e predicata, confessata e ricordata, vissuta e appresa», che impegnerà i rappresentanti delle due confessioni dal 2014 al 2018.  L’obiettivo del dialogo è quello di arrivare a una migliore comprensione reciproca, allo scambio di doni per l’arricchimento di entrambe le Chiese e a un’accresciuta partecipazione per una missione e testimonianza comune nel mondo. Nel primo incontro è stata svolta una panoramica dell’eredità storica e teologica del battismo e del metodismo.