KEK-COMECE – Messaggio ecumenico per Pasqua

La Commissione degli episcopati dell’Unione Europea (COMECE) e la Conferenza delle Chiese europee (KEK) in un messaggio congiunto per la Pasqua, pubblicato l’8 aprile, invitano alla speranza i cristiani europei alle prese con la crisi del coronavirus. «Oggi più che mai, gli eventi attuali ci ricordano quanto la speranza sia una dimensione della fede», affermano i due presidenti, il card. Jean-Claude Hollerich e Christian Krieger. «Quest’anno celebriamo la vittoria di Cristo sulla morte in un momento in cui il mondo è alle prese con la pandemia di COVID-19 (…) Rinchiusi nelle nostre case o in auto-isolamento volontario, i credenti celebreranno quest’anno la vittoria della vita nella speranza di combattere la morte».

Chiese in Italia – Messaggio ecumenico per Pasqua

Anche le Chiese italiane l’8 aprile pubblicano un messaggio ecumenico per la Pasqua, firmato da mons. Ambrogio Spreafico, presidente della Commissione episcopale per l’ecumenismo e il dialogo interreligioso della CEI, dal metropolita Ghennadios, arcivescovo ortodosso d’Italia e di Malta ed esarca per l’Europa meridionale (Patriarcato Ecumenico), e dal pastore battista Luca Maria Negro, presidente della Federazione delle Chiese evangeliche in Italia (FCEI). È la prima volta che i rappresentanti delle Chiese firmano un messaggio congiunto per la Pasqua, mentre è una consuetudine rivolgere un augurio per l’inizio della Settimana di preghiera per l’unità dei cristiani. «Questa pandemia rafforza (…) in noi la vocazione a essere insieme, in questo mondo diviso e al contempo unito nella sofferenza, testimoni dell’umanità e dell’ospitalità, attenti alle necessità di tutti e particolarmente degli ultimi, dei poveri, degli emarginati». Quest’anno le Chiese cristiane celebrano la Pasqua in date diverse: il 12 aprile nella tradizione occidentale, secondo il calendario gregoriano e il 19 aprile in quella orientale, secondo il calendario giuliano.

Patriarcato Ecumenico – Dottrina sociale

Il 15 aprile vengono pubblicati su L’Osservatore romano degli stralci di un lungo documento sulla dottrina sociale della Chiesa ortodossa, presentato il 27 marzo e pubblicato in 12 lingue sul sito dell’arcidiocesi ortodossa d’America (bit.ly/2SfTHuf, in italiano). È il lavoro di una commissione di teologi incaricata nel 2017 dal patriarca ecumenico Bartolomeo I d’applicare in questo ambito le linee individuate dal concilio di Creta del giugno 2016, ed è stato approvato dal Santo Sinodo del Patriarcato a fine 2019. Intitolato Per la vita del mondo. Verso un ethos sociale della Chiesa ortodossa, è il risultato dello sforzo di confrontarsi con le questioni che la globalizzazione pone di fronte alle Chiese ortodosse: la Chiesa nella sfera pubblica; povertà, ricchezza e giustizia sociale; guerra, pace e violenza; relazioni ecumeniche e con altre religioni; ortodossia e diritti umani; scienza, tecnologia, mondo naturale. Nel 2000 era stato il Patriarcato di Mosca a pubblicare un lungo documento sullo stesso tema, I fondamenti della concezione sociale (Supplemento a Regno-doc. 1,2001).

Gerusalemme – Preghiera ecumenica

Il 22 aprile per la prima volta i leader di diverse religioni e confessioni pregano insieme a Gerusalemme, recitando la stessa preghiera in uno spazio aperto e ciascuno nel proprio linguaggio liturgico, per implorare la fine della pandemia di COVID-19; la preghiera viene trasmessa sul web e sui social network. Vi partecipano i rabbini capo sefardita e ashkenazita di Israele, Yitzhak Yosef e David Lau, il patriarca latino di Gerusalemme Pierbattista Pizzaballa, il patriarca greco-ortodosso di Gerusalemme Teofilo III, gli imam Gamal el Ubra e Agel Al-Atrash e il leader druso Mowafaq Tarif. «In questi tempi turbolenti continuiamo a sentire voci crescenti contro intere comunità. Questa nuova terribile realtà ha colpito tutta l’umanità, indipendentemente dalla religione, dal genere e dalla razza. Facciamo appello a tutti i cittadini del mondo di unire le forze e pregare uniti per la salute e l’unità». L’organizzazione della preghiera è stata curata dal Gran rabbinato di Israele e dai Ministeri degli affari esteri e dell’interno.

Francesco – Dono alla Romania

Il giorno del suo onomastico, il 23 aprile, papa Francesco annuncia il dono di 7 ventilatori per degenti COVID a un ospedale in Romania (più tre a Madrid e due a Lecce). È un ulteriore segno delle ottime relazioni tra il papa e la Romania. E l’affetto è reciproco: in occasione della preghiera ecumenica del 25 marzo, il patriarca Daniel di Romania era stato l’unico primate a chiedere ai suoi fedeli di recitare il Padre nostro all’ora indicata.

KEK – Libertà religiosa

La Conferenza delle Chiese europee (KEK), comunità di 114 Chiese ortodosse, protestanti e anglicane dei paesi europei, attraverso il suo Gruppo tematico sui diritti umani pubblica il 24 aprile un documento in 14 punti in cui riflette sulla libertà di religione o di credo nel contrasto alla pandemia di COVID-19. S’intitola Libertà di religione o di credo durante la lotta contro la pandemia di COVID-19, e afferma che «è importante riconoscere che il divieto di assemblee, comprese le funzioni, non è inteso come discriminazione e persecuzione religiosa», poiché «attualmente questa misura ha lo scopo di salvaguardare la vita umana, sia dei credenti sia degli altri membri della società».

Chiesa ortodossa russa – Disastro COVID

In Russia il numero dei contagi di COVID-19 continua a salire drammaticamente per tutto il mese di aprile, e ne viene pesantemente colpito anche il Patriarcato di Mosca, soprattutto nei monasteri e tra i vescovi, molto meno tra i sacerdoti sposati, che tuttavia risentono di più del contraccolpo economico e fanno fatica a mantenere le famiglie. Di fronte alle prese di posizione di un’ala intransigente, che reclama il diritto di celebrare la liturgia a dispetto della situazione, il patriarca Cirillo in un comunicato del 29 aprile ammonisce tutti i sacerdoti a rispettare le misure di contenimento, minacciando in caso contrario sanzioni canoniche molto gravi. Ma nel paese tutti criticano il Patriarcato per il suo ritardo nel reagire alla crisi. Il 26 aprile muore il vescovo di Zheleznogorsk Benjamin Korolow (54 anni).

Daniela Sala