17 giugno 2016

Dall’8 all’11 giugno 2016, a 40 anni dalla protesta dei ragazzi contro l’educazione inferiore dell’apartheid il 16 giugno 1976, ha avuto luogo a Soweto l'assemblea dal titolo: «Consolidamento della pace e riconciliazione: il posto della Chiesa». Il colloquio è terminato con n pellegrinaggio dal liceo Madibane allo stadio Orlando.

Il convegno è stato organizzato dal CEC e dal Consiglio delle Chiese dell’Africa del Sud (SACC) per offrire uno spazio sicuro dove le Chiese dei paesi in conflitto o in situazioni di post-conflitto potessero imparare insieme a impegnarsi nel consolidamento della pace e nella riconciliazione. Oltre ai rappresentanti del SACC e ai dirigenti e membri dello staff del CEC  sono intervenuti 55 partecipanti provenienti dal Burundi, dalla Colombia, dalla Repubblica democratica del Congo, dalla Nigeria, dalla Palestina, dall’Africa del Sud, dal Sudan e dal Sud Sudan.

Olav Fykse Tveit, segretario generale del Consiglio ecumenico delle Chiese (CEC), ha ricordato che la protesta degli  studenti del 1976, durante la quale centinaia di giovani furono uccisi dalla polizia e dai militari,  ha segnato una svolta nella lotta contro l’apartheid ed ha aggiunto: «L’Africa del Sud osa prendere nuove misure a favore della giustizia, del perdono e della riconciliazione. A Soweto abbiamo cantato, pregato e pianto insieme. Abbiamo ascoltato parole che invocavano il perdono, abbiamo visto mani stringersi in segno di mutua promessa di operare per la riconciliazione nelle comunità, abbiamo ascoltato appelli a mettere fine alle diseguaglianze, alla povertà e alla corruzione, abbiamo danzato e camminato in un nuovo pellegrinaggio…..Abbiamo il diritto di sperare per l’Africa del Sud. Se essi riescono a trovare nuovi cammini insieme, anche altri lo possono»

 «I dirigenti di Chiesa sono stati invitati ad avere un ruolo attivo impegnandosi e sostenendo iniziative di consolidamento della pace, di giustizia e di lotta contro la povertà», ha dichiarato Isabel Apawo Phiri, segretaria aggiunta del CEC.

Le presentazioni hanno tracciato un’analisi della situazione in ciascuno degli otto paesi presenti e hanno sviluppato il tema «Contestualizzazione del conflitto, consolidamento della pace e riconciliazione».  

Loret Loumouamou, dell’Istituto per la guarigione delle memorie, ha trattato il soggetto della guarigione delle memorie per il rafforzamento della pace e la riconciliazione.

Il vescovo Malusi Mpumlwana, segretario generale del SACC, ha presentato una riflessione sul senso e le implicazioni della riconciliazione.

Rudelmar Bueno de Faria, responsabile del programma all’ufficio del CEC presso le Nazioni Unite a New York, ha parlato dell’obiettivo 16 [promuovere società giuste pacifiche e inclusive] dello sviluppo sostenibile e della risposta delle Chiese

Nigussu Legesse, responsabile del programma del CEC per il Sudan, il sud Sudan, la Repubblica democratica del Congo e la Nigeria, ha presentato il rapporto della Conferenza delle Chiese di tutta l’Africa sulla pace e sulla sicurezza sostenibili.

Il SACC ha un passato segnato dal sostegno e dalla testimonianza in favore della giustizia e della riconciliazione e si fonda su un solido lavoro teologico. Il SACC ha denunciato l’ingiustizia dell’apartheid e la violazione dei diritti della persona. Ha contribuito al processo di transizione dopo l’apartheid, ai primi accordi di pace nel mezzo di intense violenze, alla redazione di una nuova costituzione per il paese e alla promozione della Commissione Verità e Riconciliazione.

Oggi il SACC conduce una campagna nazionale intitolata  #TheSouthAfricaWePrayFor  (l’Africa del Sud per la quale preghiamo). La campagna si fonda sulla piattaforma di guarigione e di riconciliazione, per raccogliere le sfide della povertà, della disuguaglianza, del tessuto familiare, della trasformazione economica e dell’ancoraggio della democrazia, il tutto nel contesto della guarigione e della riconciliazione per stabilire una società giusta, riconciliata, pacifica, equa e solidale, libera dai pregiudizi di razza, tribù, sesso senza corruzione né precarietà, nella quale ciascun cittadino possa avere un tetto e il necessario per mangiare; perché ogni bambino nato diventi grande per sviluppare le potenzialità che Dio gli ha donato.

Ad esempio, come ha riferito Phiri, il SACC organizza un programma di riconciliazione fra i soldati anziani e gli anziani dirigenti degli studenti – “i tiratori e gli obiettivi” – offrendo alla giovane generazione le basi di un avvenire riconciliato.

 

Dichiarazione dell'assemblea (in inglese)

Pellegrinaggio di giustizia e di pace