E' con una certa emozione che mi accingo a scrivere per la prima volta la pagina della presidenza, una pagina che ho sempre letto con interesse e attenzione particolare: trovavo nutrimento dalle riflessioni che Meo ci offriva, con la sua consueta profondità spirituale e intellettuale, in occasione dei “tempi forti” liturgici o di anniversari ecumenici. Attraverso le notizie, liete e tristi, della nostra associazione, poi, sentivo di essere parte di una grande famiglia.

E allora  vorrei iniziare raccontandovi qualcosa di questi mesi, un po' come si fa in famiglia quando ci si ritrova, riprendendo, sul filo della memoria, gli avvenimenti e le emozioni degli ultimi tempi. Ho saputo di essere la nuova presidente del SAE il 14 luglio scorso, mentre ero a Venezia per la festa del Redentore. Da alcuni anni è diventata quasi una tradizione per me, il terzo sabato di luglio, partecipare a questa festa, che amo molto per il clima gioioso e conviviale che si respira: veneziani e turisti, italiani e stranieri, si riversano in massa nelle calli per andare ad attraversare il ponte di barche che per due giorni collega le Zattere alla chiesa del Redentore, in Giudecca. Anche quest'anno mi sono messa in fila per questo rito, a metà religioso e a metà laico,  e il mio pensiero tornava di continuo al SAE e alla mia nuova responsabilità. Quel ponte di barche, attraversato da una processione ininterrotta di gente, costruito per essere demolito dopo poche ore, mi richiamava il senso della precarietà, del nostro essere provvisori, come singole persone e come associazione ecumenica, ma anche la preziosità, il valore del nostro servizio di testimonianza, in particolar modo verso le chiese: anche noi possiamo “lasciarci attraversare”, cercando di essere ponte tra uomo e uomo, tra tradizioni religiose e tra culture, facilitando il passaggio tra due rive, grati al Signore per questa missione impegnativa, ma anche stimolante.

Questi primi mesi da presidente mi hanno riservato momenti molto belli, di intensa fraternità, a partire dalla Sessione di Paderno, dove mi sono sentita circondata da tanto affetto e disponibilità a collaborare. Tutto ciò mi ha aiutato ad assumere il nuovo servizio con tanta gioia, oltre che “con timore e tremore” per la coscienza della delicatezza del compito. Sono convinta che la vocazione ecumenica che ci accomuna (e che si potrebbe definire tout -court  “vocazione cristiana”) è davvero una grazia che abbiamo ricevuto; è la perla preziosa da custodire, è il granellino di senape destinato a diventare ancora albero ombroso, se sappiamo rispondere alla fedeltà del Signore Gesù.

Voglio poi ricordare i tre giorni trascorsi a Torre Pellice, in occasione del Sinodo Valdese, ad agosto.  Erano presenti alcuni soci SAE da varie parti d'Italia: io ho portato in assemblea il saluto di tutti noi, ed è significativo che nella relazione della Tavola sia stato detto espressamente che, “benché i rapporti con il cattolicesimo si mantengono in una lunga fase di difficoltà, sono buoni a livello delle relazioni antiche e durevoli, come quelli con il SAE, con cui c'è una stretta collaborazione sia a livello di seminari regionali e cittadini, sia a livello nazionale”. Questo mi è parso un riconoscimento  importante, che attesta la validità di un percorso, e sottolinea  in particolare la vitalità dei gruppi locali, che in realtà territoriali molto eterogenee, non senza difficoltà, riescono tuttavia in molti casi ad essere motore trainante per le diocesi e a testimoniare una comunione tra le chiese già possibile. Un motivo in più, dunque, per andare avanti con fiducia: le radici del SAE affondano in terreno buono e continuano a trasmettere linfa vitale alle chiese. Nel solco segnato da ormai cinquant'anni di attività potremo, insieme, operare quel rinnovamento che sentiamo necessario, ma nella fedeltà al carisma originario.

Anche i numerosi contributi inviati da soci e gruppi locali al forum per il rinnovamento del SAE testimoniano un fermento positivo, un amore al carisma originario e una volontà di “prendersi cura” dell'associazione. La commissione designata per raccogliere, ordinare e sintetizzare gli interventi giunti al sito sta ora lavorando in modo puntuale e sistematico, in modo che il Convegno di Primavera, che si terrà a Sassone (Roma) presumibilmente dal 12 al 14 aprile, potrà essere davvero un momento sinodale incisivo: sapremo, se necessario, percorrere strade nuove insieme, proprio perché “camminando si apre il cammino”, come recita un proverbio latino- americano”.

In settembre un invito significativo ci è venuto dall'Assemblea della Comunione di chiese protestanti in Europa (CCPE), che si è svolta a Firenze: Paola Palagi e Rossella Cenci, presenti a  rappresentare il SAE,  hanno visto  nuovamente riconfermate la stima e l'affetto  da parte del mondo evangelico.

Quanto alle attività del SAE, una tappa importante è stata raggiunta dal Gruppo teologico, riunito a Roma dal 3 al 5 settembre: è stato ultimato il documento “Spirito Santo e Chiesa”, dopo tre anni di impegno comune dei nostri teologi cattolici, ortodossi ed evangelici. Ne è risultato un apporto significativo per i contenuti, ma soprattutto per il metodo di lavoro utilizzato, che è appunto ecumenico, sullo stile del gruppo di Dombes.  Poter partecipare a questo momento conclusivo è stato per me davvero una ricchezza!

E infine, ultimo appuntamento in ordine di tempo, ma non di importanza, quello del Consiglio dei Gruppi Locali, che si è incontrato a Firenze il 13 e il 14 ottobre. Il CGL si è confrontato  sull'attività dei gruppi, sulla Sessione e sul Convegno di Primavera, sul sito e su SAEnotizie. E' stato illustrato inoltre un prezioso lavoro, quasi ultimato, coordinato  da alcuni soci a cui va la nostra gratitudine (ma se ne darà notizia più diffusamente in seguito): la compilazione di schede didattiche sulle Chiese cristiane ad uso di scuole e di gruppi. Ma il momento centrale di questo CGL è stata l'elezione dei nuovi componenti del Comitato Esecutivo (CE), che si metterà al più presto a lavorare al mio fianco per rendere operative le indicazioni e le deliberazioni dell'assemblea dei soci. In un clima di comunione e di amicizia sono risultati eletti Stefano Ercoli, Donatella Saroglia, Nicola Sfredda e Anna Urbani: do loro il benvenuto con gioia e profonda riconoscenza per aver accettato con generosità di farsi carico di un impegno che comporterà senz'altro dei sacrifici, sia di energie, sia di tempo. Mi pare significativo il ricambio generazionale che si è venuto ad operare, e nello stesso tempo la continuità con il carisma originario, che viene garantita: Nicola, Donatella, Stefano e Anna sono infatti gli...”ex-giovani” del SAE, che già a vent'anni erano presenti alle Sessioni della Mendola! 

E allora buon lavoro a tutti noi: affidiamo alla preghiera di ciascuno i compiti che ci attendono, nella certezza che “il fratello aiutato dal fratello è come una città fortificata”, come dice il salmista. E se lo Spirito del Signore ci guida, anche le inevitabili difficoltà del cammino potranno essere affrontate e superate. Non posso concludere senza rivolgere un grazie particolare a quanti, a cominciare da Meo e dal CE uscente, (ma poi molti altri, che non nomino solo perché l'elenco sarebbe troppo lungo!) si sono adoperati e continuano ad adoperarsi in vari modi perché il SAE risponda con generosità al Signore.

A tutti l'augurio di una buona ripresa delle attività dei gruppi e il mio saluto affettuoso 

Marianita