Chiese europee – Afghanistan

In una dichiarazione congiunta pubblicata il 2 settembre Christian Krieger, presidente della Conferenza delle Chiese europee (KEK: Chiese ortodosse ed evangeliche), e il card. Jean-Claude Hollerich, presidente della Commissione delle Conferenze episcopali dell’Unione Europea (COMECE: Chiese cattoliche), invitano i leader politici europei a mostrare umanità e ad agire con determinazione nell’affrontare la tragedia umana in corso in Afghanistan dopo il ritiro dei contingenti militari occidentali (bit.ly/3DA4zrS, in inglese). «I valori dell’UE non sono semplice retorica, ma principi guida pratici che portano ad azioni basate su ideali etici comuni, al di là di mere considerazioni politiche od economiche». Si chiede l’attivazione di corridoi umanitari e reinsediamenti e fermare i rimpatri verso il paese.

Santa Sede – Ebrei: risposta sulla catechesi del papa

L’11 agosto alcune affermazioni sulla Torah – contenute in una catechesi tenuta da papa Francesco sulla Lettera ai Galati – avevano provocato da parte del rabbino Rasson Arussi (presidente della Commissione del Gran rabbinato d’Israele per il dialogo con la Santa Sede) una richiesta di chiarimenti. Il 3 settembre (pubblicata il 10) arriva la risposta del card. Kurt Koch, presidente della Commissione vaticana per i rapporti religiosi con l’ebraismo. La lettera, inviata anche al rabbino David Sandmel, presidente del Comitato ebraico internazionale per le consultazioni interreligiose (New York), che aveva scritto a sua volta al card. Koch una lettera simile a quella del rabbino Arussi, respinge l’accusa che si stia tornando a una «dottrina del disprezzo».

Ortodossi – Scontri in Montenegro

Il 4 settembre l’intronizzazione di Joanikije (Mićović) come nuovo metropolita serbo-ortodosso del Montenegro dopo Amfilohije, morto di COVID-19 il 30 ottobre 2020, avviene tra turbolenti disordini. Joanikije e il patriarca ortodosso serbo Porfirije devono essere trasportati a Cetinje in elicottero. I tumulti provocano molti feriti e molti arresti. Tra questi ultimi vi è quello di un consigliere del presidente montenegrino Djukanovic, che è accusato d’aver orchestrato i disordini. I problemi nascono dalla compresenza di due Chiese ortodosse nel Montenegro, che è indipendente dal 2006: la Chiesa ortodossa serba e la piccola Chiesa ortodossa montenegrina, che si considera indipendente ma non è riconosciuta dall’ortodossia mondiale. La stragrande maggioranza dei fedeli e del clero in Montenegro è fedele alla Chiesa ortodossa serba, ma la leadership politica a Podgorica intorno al presidente Milo Djukanovic ha favorito la piccola Chiesa indipendente negli ultimi anni, principalmente al fine di consolidare l’indipendenza politica da Belgrado.

Francesco, Bartolomeo, Justin Welby – Appello per il creato

Papa Francesco, il patriarca ecumenico di Costantinopoli Bartolomeo e l’arcivescovo di Canterbury, Justin Welby, firmano insieme per la prima volta un appello urgente, invitando i leader mondiali, che si riuniranno a Glasgow in novembre per la Conferenza delle parti sul cambiamento climatico (COP26), a fare scelte consapevoli «per il futuro del pianeta e dei suoi abitanti». L’appello è contenuto in un messaggio congiunto per la protezione del creato, pubblicato il 7 settembre in occasione del Tempo del creato, che si celebra ogni anno dal 1° settembre al 4 ottobre.

Chiesa assira d’Oriente – Nuovo patriarca Mar Awa Royel

La Chiesa assira d’Oriente ha un nuovo leader, che ha il titolo di catholicos: è Mar Awa Royel, finora vescovo della diocesi di California, eletto dal Santo Sinodo a Erbil in Iraq l’8 settembre. Nato negli Stati Uniti nel 1975, succede a Mar Gewargis III, che si è dimesso dalla carica per motivi di salute. Il nuovo catholicos ha studiato presso il Pontificio istituto orientale, ed è membro della Commissione per il dialogo internazionale tra la Chiesa cattolica e la Chiesa assira d’Oriente. Quest’ultima ha una storia antichissima: si sviluppò in Mesopotamia nel II secolo. Quando nel IV secolo per ragioni politiche i contatti con il resto della cristianità s’interruppero, sviluppò una propria vivace attività missionaria. Nel periodo d’oro dei secoli XIII e XIV, c’erano 230 diocesi sparse in tutta l’Asia sotto il catholicos-patriarca a Baghdad. Oggi questa Chiesa ha circa 400.000 credenti in tutto il mondo, soprattutto in Medio Oriente (Iran, Iraq, Siria, Libano), ma anche in Nord America, Australia e India. È una Chiesa ecumenicamente aperta, membro del Consiglio ecumenico delle Chiese dal 1948. Vi è una comunione eucaristica condizionata tra la Chiesa cattolica caldea, che è in comunione con Roma, e la Chiesa assira d’Oriente da 20 anni. I fedeli di entrambe le Chiese possono ricevere l’eucaristia nell’altra Chiesa quando la situazione pastorale lo richiede.

Morte di Bernard Sesboüé

Il 22 settembre muore a 92 anni il teologo gesuita Bernard Sesboüé. Era stato consultore del Pontificio consiglio per la promozione dell’unità dei cristiani, partecipando in particolare al Dialogo cattolico-evangelicale sulla missione. Aveva inoltre fatto parte della Commissione teologica internazionale e del Gruppo ecumenico di Dombes.

Dialogo cattolico-pentecostale

Il 23 settembre si svolge on-line tra rappresentanti del Pontificio consiglio per la promozione dell’unità dei cristiani ed esponenti della Conferenza pentecostale mondiale un incontro che segna la ripresa dei lavori della settima fase del Dialogo internazionale cattolico pentecostale, che ha per tema generale «Lex orandi lex credendi». È l’occasione per ascoltare e condividere le diverse esperienze dei 16 partecipanti, provenienti dai 5 continenti. Il prossimo incontro è previsto a Roma nell’estate 2022. Questo dialogo (i cui rapporti finali sono reperibili in italiano nella serie degli Enchiridion oecumenicum), secondo il comunicato del Pontificio consiglio «non cerca ancora l’unità strutturale, ma intende esplorare, sulla base dell’unità già esistente, la vita e l’esperienza spirituale dei cristiani e delle tradizioni rappresentate», dando «un’attenzione particolare alla pienezza di vita nello Spirito Santo».

Daniela Sala