Lampedusa – Commemorazione interreligiosa ed ecumenica

A un anno dalla strage di Lampedusa del 3 ottobre 2013, quando a pochi metri dalle coste dell’isola morirono 366 profughi dall’Africa centrale e settentrionale, si tiene davanti al santuario di Porto Salvo il 2 ottobre un incontro interreligioso, «Memoria tra mare e cielo», su iniziativa del progetto Mediterranean Hope della Federazione delle Chiese evangeliche in Italia, insieme all’arcidiocesi di Agrigento e alla parrocchia di San Gerlando. Partecipano esponenti delle comunità ortodosse, islamiche, buddhiste, sikh e mormoni. Il progetto Mediterranean Hope, finanziato con l’8 per mille delle chiese valdesi e metodiste, prevede la presenza a Lampedusa, già attiva da giugno 2014, di un Osservatorio sulle migrazioni e l’apertura a Scicli (RG) di un centro d’accoglienza per i rifugiati.

KEK – Clima

Il 6 ottobre la Conferenza delle Chiese europee, unione di circa 120 Chiese ortodosse, protestanti, anglicane e vecchiocattoliche di tutti i paesi d’Europa (più 40 altre organizzazioni associate), per mano del segretario generale Guy Liagre invia una lettera al presidente (uscente) del Consiglio europeo Herman Van Rompuy, in risposta alla strategia europea per affrontare i cambiamenti climatici da qui al 2030 (in inglese su www.ceceurope.org). Nella lettera la KEK esorta l’Unione Europea a darsi obiettivi più ambiziosi. «Tenendo conto dei dati scientifici, some anche dell’impegno assunto dall’Unione Europea per ridurre le emissioni di CO2 dell’80% entro il 2050, l’obiettivo dell’UE per il 2013 per ridurle del 40% rappresenta solo l’aspirazione minima per non perdere di vista l’obiettivo di lungo termine del 2050 (…) Esortiamo il Consiglio europeo a essere più ambizioso nella decisione finale sul clima e sulle politiche energetiche, e di sviluppare in particolare il pieno potenziale dell’efficienza e del risparmio energetico, trovando delle modalità efficaci per ridurre in modo sostanziale il fabbisogno energetico».

Evangelici italiani – Sinodo sulla famiglia

Sull’agenzia NEV - Notizie evangeliche n. 24 del 15 ottobre 2014, così Luca Baratto commenta la III Assemblea generale straordinaria del Sinodo dei vescovi cattolici, che si sta svolgendo dal 5 al 19 ottobre a Roma sul tema «Le sfide pastorali sulla famiglia nel contesto dell’evangelizzazione»: «Tutte queste rilevanti affermazioni (sugli elementi di positività presenti nelle unioni diverse dal matrimonio; ndr) (…) sono state possibili non solo dall’osservazione della vita concreta, ma anche in analogia con quanto scritto nella Lumen gentium (…) In essa si afferma che sebbene “l’unica Chiesa di Cristo sussiste nella Chiesa cattolica”, tuttavia anche “al di fuori del suo organismo si trovano parecchi elementi di santificazione e di verità”. Per analogia, ferma restando la “pienezza sacramentale del matrimonio” è tuttavia possibile riconoscere “elementi positivi” anche nelle altre forme di unione. A suo tempo le affermazioni della Lumen gentium generarono non solo speranza ma addirittura ottimismo capace di produrre frutti abbondanti nell’ambito delle relazioni ecumeniche. Tuttavia – lo vorrei ricordare – è anche e proprio in base a quelle stesse parole che ormai da decenni le Chiese protestanti sono inchiodate, nella visione teologica cattolica, al loro status di “non Chiese”: ricche di elementi evangelici ma costantemente mancanti della pienezza necessaria per essere definite Chiese. Così la relazione del Sinodo, nel definire le unioni diverse da quella sancita dal sacramento del matrimonio – “il matrimonio naturale” – continua a usare il linguaggio della mancanza e dell’incompletezza, parlando di “forme imperfette”, limitate e insufficienti. Si tratta di venialità, di elementi secondari e trascurabili rispetto alle innegabili aperture che la discussione del Sinodo ha dischiuso? In parte lo potremo già capire meglio dal documento finale di sabato prossimo, dalla discussione che si aprirà nelle Chiese locali e dalle decisione che nell’ottobre dell’anno prossimo prenderà l’Assemblea generale ordinaria verso la quale questo Sinodo è orientato».

Anglicani e ortodossi orientali – Accordo sulla cristologia

Il 15 ottobre, nel corso di un incontro della Commissione internazionale anglicana - ortodossa orientale (Il Cairo, 13-17 ottobre), viene firmato un importante accordo teologico sull’incarnazione di Cristo, tema divisivo dopo il 451, quando le Chiese ortodosse orientali (anche dette pre-calcedonesi) non riconobbero il Concilio di Calcedonia e si separarono dalle altre Chiese cristiane. Firmata dal vescovo Geoffrey Rowell per la Comunione anglicana e dal metropolita Bishoy di Damietta per gli ortodossi orientali, la Dichiarazione concordata sulla cristologia conclude la fase di dialogo iniziata nel 2002, e in 10 punti precisa la rispettiva comprensione dell’incarnazione di Cristo, concordando sul fatto che «la perfetta unione della divinità e dell’umanità nella Parola incarnata è essenziale per la salvezza della razza umana». Il documento si trova in inglese su www.anglicannews.org.

Card. Koch – Giubileo della Riforma 2017

Il 29 ottobre il presidente del Pontificio consiglio per la promozione dell’unità dei cristiani card. Kurt Koch, durante una tavola rotonda sulla dimensione ecumenica del quinto centenario della Riforma protestante nel 2017, davanti a una cinquantina di esponenti luterani provenienti da tutta Europa così sintetizza come dovrebbe essere una commemorazione comune della ricorrenza: un’occasione per ricordare il concomitante 50° anniversario del dialogo cattolico-luterano; una memoria critica dei conflitti nati in Europa dopo la Riforma; l’espressione della speranza un una più profonda unità tra le Chiese luterana e cattolica.

Francesco – Udienza a una delegazione vecchiocattolica

Incontrando il 30 ottobre una delegazione della Conferenza internazionale dei vescovi vecchiocattolici dell’Unione di Utrecht, il papa sottolinea l’esigenza di pentimento e perdono reciproco: «Le questioni ecclesiologiche e teologiche che hanno accompagnato la nostra separazione sono ora più difficili da superare a causa della nostra crescente distanza su temi attinenti al ministero e al discernimento etico. La sfida che cattolici e vecchiocattolici devono affrontare è dunque quella di perseverare in un sostanziale dialogo teologico e di continuare a camminare insieme, a pregare insieme e a lavorare insieme in un più profondo spirito di conversione a tutto ciò che Cristo vuole per la sua Chiesa. Nella nostra separazione vi sono stati, da entrambe le parti, gravi peccati e mancanze umane. In uno spirito di reciproco perdono e di umile pentimento, abbiamo bisogno adesso di rafforzare il nostro desiderio di riconciliazione e di pace».

Italia – Battisti

La 43a Assemblea dell’Unione cristiana evangelica battista d’Italia (UCEBI) , che si tiene a Chianciano (SI) dal 30 ottobre al 2 novembre, conferma come presidente il pastore Raffaele Volpe per un terzo e ultimo mandato biennale, e come vicepresidente Giovanni Arcidiacono. L’Assemblea, che ha come motto il versetto biblico «Fedele è Dio» (1Cor 1,9), lavora attorno a tre temi principali: evangelizzazione e crescita delle Chiese; rapporto tra pluralità e identità delle Chiese all’interno dell’Unione, con particolare riferimento alla presenza di singoli credenti e di Chiese di immigrati; e diaconia, con particolare riferimento ai fondi dell’otto per mille che l’UCEBI riceverà per la prima volta nel 2016.