Foto: WCC/Marianne Ejdersten

28 maggio 2016

L’incontro che si è tenuto il 20 maggio, al quale hanno preso parte il segretario generale del CEC e quello della WEA, ha avuto inizio con la presentazione del lavoro delle due organizzazioni, e i partecipanti hanno riflettuto insieme sugli sviluppi in corso nella società e nelle chiese, e sui movimenti evangelicali ed ecumenici.

Le due organizzazioni hanno condiviso i piani attuali e discusso le possibilità di una più stretta collaborazione su aree tematiche quali la "testimonianza pubblica e la costruzione della pace in contesti interreligiosi" e "riflessione teologica, educazione e formazione."

Si è trattato del secondo incontro con la dirigenza e i rappresentanti delle due organizzazioni e del primo incontro al quale hanno preso parte entrambi i segretari.

Olav Fykse Tveit, segretario generale del CEC ha affermato: "i cristiani e le loro comunità in tutto il mondo sono consapevoli oggi, come non mai, che la vita stessa è in pericolo. Tanti pericoli - il cambiamento climatico, certamente, ma anche la povertà e l'ingiustizia economica, le minacce per la salute e il benessere, la violenza e la guerra – mrttono in pericolo l'umanità e possono distruggere le nostre speranze"

Tveit ha osservato, "Il lavoro ecumenico e la collaborazione nell’advocacy - alzando la voce insieme a coloro che necessitano di affianamento per la giustizia e la pace - è un compito vero e proprio per una comunione di chiese che insieme esprimono la fede nel Dio della vita unitrino”.

“La dimensione di fede dell’impegno per la giustizia e la pace deve rafforzare la speranza. A mio avviso, l’impegno a rafforzare la speranza dovrebbe essere considerato anche come un criterio di critica della religione”.

Tveit ha sottolineato: "Questo è il motivo per cui il Consiglio ecumenico delle Chiese invita le chiese in tutto il mondo a camminare insieme, per vedere la loro vita comune, il loro cammino di fede, come una parte del pellegrinaggio di giustizia e di pace, e di unirsi con gli altri e lavorare concretamente per trasformare il mondo. Dobbiamo ritrovarci insieme per parlare, ascoltare e pregare".

La necessità di una più stretta collaborazione tra la WEA e il CEC è stata affermata dal segretario generale della WEA, Efraim Tendero: "Nella nostra cooperazione in crescita possiamo basarci su anni di colloqui e di comprensione reciproci. Non è un’affrettata e improvvisata incursione in una situazione che cambia, ma un movimento frutto di lunga riflessione di pensiero verso una maggiore cooperazione dei cristiani su scala globale. Dobbiamo alla nostra base comunitaria se parliamo con i responsabili di organismi cristiani globali e se ci proponiamo di realizzare  per quanto possibile una migliore comprensione e una più stretta cooperazione".

Una questione importante discussa nella riunione congiunta è stata la crescente preoccupazione per la religione e la violenza in diverse parti del mondo.

"Tutte le religioni possono generare estremisti," Tendero ha osservato, "ma l’insegnamento cristiano sulla salvezza per mezzo di Cristo rifiuta ogni tipo di violenza religiosa".

Tuttavia, ha detto: "E nella natura delle religioni fare affermazioni di verità su ciò che in definitiva esiste e su come le persone si riferiscono al divino.

"Una religione diventa estremista quando usa la forza o la violenza per imporre pretese di verità su altre persone o applicare tali pretese di verità ai propri membri. Come capi religiosi, è nostro dovere e nostra missione promuovere, insegnare, favorire la pace nelle nostre tradizioni.

Wilf Gasser, segretario generale associato della WEA, ha aggiunto che la questione della religione e della violenza è importante anche nel contesto del crescente flusso di profughi. "Siamo molto contenti di sentire le storie di quanti profughi stanno trovando la pace attraverso la fede in Gesù. Allo stesso tempo, stiamo valutando come le chiese possano offrire supporto senza alimentare tensioni tra le religioni. Stiamo lavorando con un codice di condotta che definisce il rapporto etico tra missione e supporto pratico"

" Quasi cinque anni fa la WEA, il CEC e il Consiglio Pontificio per il dialogo interreligioso (PCID) hanno pubblicato uno storico documento sull’ etica della missione cristiana dal titolo "La testimonianza cristiana in un mondo interreligioso. Raccomandazioni per la condotta

Hielke Wolters, segretario generale del CEC per la Missione, l'Unità e le relazioni ecumeniche ha detto, "Questo storico documento è in parte una risposta alle critiche mosse ai cristiani da alcune comunità religiose in ordine a ciò che esse percepiscono come uso di metodi non etici nella missione"

"In alcuni casi queste obiezioni alla missione hanno portato a leggi anti-conversione e alla violenza. I tre principali organismi cristiani mondiali sono stati in grado di rispondere con questo documento che non solo identifica la chiamata biblica all’evangelizzazione, ma delinea i mandati etici legati al Vangelo ".

Clare Amos, direttrice del programma per il dialogo interreligioso e la cooperazione del CEC, ha suggerito che non tutte le tradizioni religiose attualmente trovano facile riconoscere che la propria religione potrebbe essere complice di violenza.

"C'è una tendenza a cercare di proteggere la religione stessa da una tale accusa, suggerendo che coloro che commettono atti di violenza non sono realmente autentici rappresentanti di quella particolare tradizione di fede", ha detto.

Porre i diritti umani al "posto giusto" come concetto di base della visione cristiana del mondo è stato il principio centrale della presentazione fatta da Thomas Schirrmacher all’incontro dei leader religiosi.. Egli ha sottolineato che "i diritti umani sono radicati nella creazione degli esseri umani da parte di Dio e non solo nella loro redenzione; di conseguenza, tutte le persone hanno pari diritti e persone di molte fedi diverse possono essere convinte a tutelare i diritti umani”. Ed ha aggiunto: "poiché il fondamento ultimo dei diritti umani si trova nell’azione di Dio come Creatore, tutte le persone hanno dignità umana, la base dei diritti umani e ne possono sapere qualcosa".

L'incontro tra il CEC e la leadership della WEA si è dimostrato un importante passo avanti nella crescita delle relazioni e della cooperazione tra le due organizzazioni. C'è stata una forte presa di coscienza che le situazioni vulnerabili di oggi in molte parti del mondo hanno bisogno di una voce unitaria da parte di cristiani che si adoperano in tutti i modi per costruire la giustizia e la pace.

Rappresentanti della WEA
Bishop Efraim Tendero, Secretary General/CEO
Dr Wilf Gasser, Associate Secretary General
Prof. Dr Thomas K. Johnson, WEA Ambassador to the Vatican, Senior Advisor to the Theological Commission
Prof. Dr Thomas Schirrmacher, Chair of the WEA Theological Commission and Moderator of Intrafaith and Interfaith Relations of the WEA.

 Rappresentanti del CEC
Rev. Dr Olav Fykse Tveit, General Secretary
Georges Lemopoulos, Deputy General Secretary
Prof. Dr Isabel Apawo Phiri, Associate General Secretary Public Witness and Diakonia
Rev. Dr Hielke Wolters, Associate General Secretary Unity, Mission and Ecumenical Relations
Dr Clare Amos, Programme Executive Inter-Religious Dialogue and Cooperation
Prof. Dr Odair Pedroso Mateus, Director Faith and Order