20 gennaio 2016

 Una conferenza ad alto livello, che ha riunito a Ginevra rappresentanti di governo, di agenzie delle Nazioni Unite e di organizzazioni di ispirazione religiosa, ha sottolineato l’urgente necessità di rafforzare la coordinazione e la cooperazione della risposta europea alla crisi dei rifugiati e dei migranti.

La conferenza, che si è tenuta il 18-19 gennaio, è stata accolta dal Consiglio ecumenico delle Chiese (CEC) ed è stata organizzata in collaborazione con l’ UNICEF (Fondo delle Nazioni Unite per l’infanzia), l’UNFPA (Fondo delle Nazioni Unite per la popolazione) e l’UNHCR (Alto Commissariato delle Nazioni Unite).

La conferenza ha avuto l'obiettivo di assumere impegni per rispondere meglio alla crisi in modo coordinato, soprattutto attraverso l'attuazione di politiche di migrazione e di integrazione e con l'istituzione di meccanismi adeguati per garantire la legge e la sicurezza per la circolazione dei rifugiati e dei migranti tra i diversi paesi europei.

Mentre la maggior parte dei rifugiati e dei migranti sono fuggiti dai paesi in preda a conflitti, violenze, persecuzioni e miseria, l’accoglienza degli Stati europei oscilla tra l'ospitalità generosa e compassionevole e il ripristino dei controlli alle frontiere, il respingimento e la costruzione di recinzioni.

Il pastore Olav Fykse Tveit, segretario generale del CEC, ha dichiarato: «I paesi europei e i loro abitanti devono mostrarsi all’altezza dei valori umanitari e delle norme che sono loro e che riflettono la loro adesione alle convenzioni internazionali. Questo deve essere evidente in una situazione di crisi come quella vissuta dai rifugiati che si stanno dirigendo verso l'Europa o che già vi si trovano».

Ha continuato: «Essere umani è avere la capacità di sperare. La fede in Dio è una speranza nel fatto che la situazione attuale può cambiare per migliorare, attraverso atti di amore. I rifugiati hanno bisogno che mostriamo loro segni di speranza».

Marie-Pierre Poirier, coordinatrice speciale dell'UNICEF per la crisi dei rifugiati e dei migranti in Europa, ha dichiarato: «La crisi dei rifugiati e dei migranti in Europa è una crisi di bambini. Tra i milioni di persone che hanno attraversato il Mediterraneo l'anno scorso, più di un quarto erano bambini. Da settembre, questa percentuale ha raggiunto il terzo nel sud-est dell'Europa. Organizzazioni a base religiosa sono partner cruciali per i governi e le agenzie delle Nazioni Unite come l'UNICEF, nel rispondere alla crisi nei paesi di origine, paesi di transito e paesi di destinazione dei migranti. Dobbiamo proteggere i bambini quando arrivano in Europa e collaborare per assicurare che le nostre società non escludano nessuno. Il presente invito a una responsabilità condivisa e a un'azione coordinata è opportuno e essenziale».

Janice Lyn Marshall, directrice adjointe chargée des politiques et des questions juridiques au sein de la Division de la protection internationale du HCR, à Genève, a souligné que «la conférence s’était donné pour objectif de développer des réponses raisonnées et coordonnées, fondées sur les droits de l’homme, à la question des réfugiés en Europe et aux causes premières de leur déplacement. Dans cet esprit, nous saluons les efforts et les résultats de cette conférence, qui contribuent à œuvrer dans cette direction.»

Janice Lyn Marshall, direttrice aggiunta per gli affari politici e legali presso la Divisione di protezione internazionale dell'UNHCR a Ginevra, ha sottolineato che «la conferenza ha l'obiettivo di sviluppare risposte ragionate e coordinate, basate sui diritti dell'uomo, alla questione dei rifugiati in Europa e alle cause principali del loro dislocamento. In questo spirito, accogliamo con favore gli sforzi e i risultati di questa conferenza, che aiutano a lavorare in questa direzione»".

Alfonso Barragues, consigliere ai diritti umani di UNFPA, ha sottolineato che la sua organizzazione "gioca in questi dibattiti un ruolo importante, che è quello di portare la voce delle donne delle ragazze adolescenti vulnerabili, che sono senza risorse e uscono in modo particolare la crisi dei rifugiati. Le organizzazioni a base religiosa dispongono di mezzi unici per rimettere in discussione le norme sociali e i comportamenti discriminatori. Sono dunque per noi una partnership evidente».

Durante la conferenza, i rappresentanti di governi, di agenzie delle Nazioni Unite e partner della società civile, comprese le chiese e le organizzazioni religiose, hanno riportato dati di fatto, cifre e storie tratte dalle loro esperienze e corrispondenti al punto di vista che hanno sulla crisi dei rifugiati e dei migranti nei paesi di origine, di transito e di destinazione.

Dans son allocution à la conférence, Thomas de Maizière, ministre de l’Intérieur de la République fédérale d’Allemagne, a souligné que gérer la crise mondiale des réfugiés est une tâche qui n’incombe pas uniquement aux responsables gouvernementaux, ni exclusivement aux gouvernements des États européens qui accueillent des réfugiés et des migrants.

Nel suo discorso alla conferenza, Thomas de Maizière, ministro dell'Interno della Repubblica federale di Germania, ha sottolineato che la gestione della crisi globale dei rifugiati è un compito che spetta non solo ai responsabili dei governi, né esclusivamente ai governi degli Stati europei che ospitano rifugiati e i migranti.

«I problemi politici, sociali e umanitari straordinari generati dalla crisi dei rifugiati mostrano chiaramente che la responsabilità di risolverli è condivisa tra gli Stati, la società civile, il mondo degli affari e le chiese», ha affermato.

Dichiarazione finale