24 marzo 2017

Questa riflessione è stata fatta da Agnes Abuom Presidente del comitato centrale  del Consiglio ecumenico delle Chiese (CEC). Si tratta della seconda settimana di riflessione della campagna 2017 delle  sette settimane per l’acqua organizzata dalla La Rete ecumenica dell’acqua (EWN) del CEC.

Abuom, alla vigilia della Giornata internazionale delle donne 201,7 esplora i legami fra la povertà, la scarsezza di acqua e l'impatto di questa carenza sulle donne. Una riflessione che acquista oggi una rilevanza particolare poiché il Kenya è attualmente colpito da una grande siccità che aggrava la situazione delle donne. Infatti sono loro che normalmente devono provvedere l’acqua alle proprie famiglie.

Mentre celebriamo la Giornata internazionale delle donne il mondo è in crisi. Milioni di africani sono colpiti da gravi siccità e carestie, specialmente nel Corno d’Africa. Per le donne e i bambini, in particolare, ogni momento di questa crisi è reale e graffiante. La penuria d’acqua ha effetti drammatici sulla salute e la vita degli uomini, delle donne e dei bambini. In tale contesto, è la legge del più forte che si impone! Le persone colpite non possono mantenersi in buona salute e sono nell’impossibilità di coltivare le loro terre. Il bestiame, che rappresenta la principale fonte di sussistenza, muore a migliaia. I bambini non possono continuare a frequentare la scuola e gli adulti devono abbandonare il loro lavoro.

Acqua e povertà sono strettamente legate. La scarsità di acqua e la povertà ostacolano reciprocamente l’accesso a fonti di acqua potabile, che è essenziale nella lotta contro la povertà. Mentre l'Africa ha l'11% della popolazione mondiale, ha circa il 9% delle risorse di acqua dolce a livello mondiale (Banca mondiale). L'Africa sub-sahariana sta attualmente affrontando numerose sfide legate all'acqua, che minacciano la sopravvivenza della sua popolazione, soprattutto delle donne edei  bambini. Il cambiamento climatico sta esacerbando la situazione [1]. La mancanza di infrastrutture e la limitata capacità di sviluppo e gestione delle risorse idriche per soddisfare le esigenze di una popolazione in rapida crescita impediscono soluzioni alle sfide idriche. In aggiunta a questo, c’è il fatto che l'Africa ha il più rapido tasso di urbanizzazione in tutto il mondo [2]. L'onere della povertà, accompagnata dalla mancanza di acqua, che pesa sulle donne, in particolare in Africa, è enorme. Nel 1978, Diana M. Pearce, una sociologa americana, fu la prima a parlare di "femminilizzazione della povertà". Questo concetto è diventato una parola d'ordine per spiegare la condizione delle donne in tutto il mondo. Così, la femminilizzazione della povertà di acqua può essere definita come il fenomeno per cui le donne si trovano ad affrontare tassi di povertà d’acqua molto superiori rispetto agli uomini.

Lo scopo di questa riflessione è quello di illustrare la femminilizzazione della povertà di acqua in Africa. In tutto il continente, centinaia di milioni di donne povere nelle zone rurali e urbane soffrono gli effetti negativi della crisi idrica. La povertà di acqua si manifesta in varie forme, tra cui la scarsità d'acqua, la difficoltà di accesso all'acqua potabile sicura e a servizi igienico-sanitari adeguati, la perdita di tempo che rappresenta la fornitura di acqua, il rischio di malattie infettiva legate all’acqua e le morti che ne derivano. 

Sono cresciuta in una zona rurale del Kenya occidentale, dove non avevamo accesso all'acqua corrente. Ogni giorno andavamo a prendere l'acqua per il nostro uso domestico al vicino fiume, trasportandola con secchi collocati sulle nostre teste. Nel pomeriggio conducevamo il bestiame dei nostri padri nello stesso fiume in modo che potesse bere. Durante i miei anni di studio al liceo e all'università, ho vissuto in città. L'acqua, abbondante e accessibile, giungeva attraverso le tubature. Potevamo fare quanti bagni volevamo, lavare i vestiti e nuotare. Durante la mia scuola in Svezia, l'acqua era ovunque: nelle tubature (acqua calda e fredda) e nelle piscine, così come nei fiumi, nei laghi e nel mare.

Negli ultimi quarant'anni, la mie funzioni ecclesiali e di consulente per lo sviluppo mi hanno permesso di vivere molte esperienze con le donne in varie parti dell'Africa. Ho lavorato con le donne provenienti da aree rurali, che costituiscono la maggioranza della popolazione africana, sia in Kenya, sia in Africa orientale, in Etiopia, in Sud Sudan, in Congo e nell'Africa meridionale. In queste aree, la scarsità d'acqua e l'accesso a questa risorsa, ma anche la povertà legata alla scarsezza di acqua, sono reali e graffianti.

Secondo il rapporto 2016 del PNUD, «l’accesso all’acqua e ai servizi igienico-sanitari è un diritto dell’uomo, ma miliardi di persone hanno sempre difficoltà quotidiane per avere accesso anche ai servizi di base. Circa 1,8 miliardi di persone nel mondo utilizzano una fonte di acqua potabile contaminata da materiale fecale, e quasi 2,4 miliardi non hanno accesso alle installazioni igienico-sanitarie di base come le toilette o le latrine. La scarsità di acqua colpisce più del 40 % della popolazione mondiale e è in aumento[3]». Inoltre la scarsità di acqua, la cattiva qualità di quella disponibile e la mancanza di installazioni igienico-sanitarie hanno un impatto negativo sulla sicurezza alimentare, sulla scelta di vita e sulle opportunità in materia di educazione delle famiglie povere, in tutto il mondo. La siccità colpisce alcuni dei paesi più poveri del pianeta, aggravando così la fame e la malnutrizione. Da qui al 2050, almeno una persona su quattro è suscettibile di vivere in un paese colpito da penuria di acqua cronica o frequente. Il fatto di non investire nell’acqua e nei servizi igienico-sanitari costa 4,3 % del PIL dell’Africa sub-sahariana.

La femminilizzazione della povertà legata alla scarsità di acqua, sul continente africano, si manifesta come segue: gli effetti nefasti di una catastrofe come la siccità; la scarsezza d’acqua; l’accesso inadeguato all’acqua potabile e ai servizi igienico-sanitari; il numero elevato e il rischio di malattie legate all’acqua, il peso e la perdita di tempo che rappresenta l’approvvigionamento dell’acqua.

  1. 1. Catastrofe con la quale si confronta attualmente il Corno d’Africa.   L’Africa sub-sahariana è influenzata negativamente dai cambiamenti climatici perché diventa più secca e sempre più esposta alla siccità. Secondo la Federazione internazionale della Croce Rossa, più di 20 milioni di persone sono attualmente colpite dalla siccità in Kenya, Sud Sudan, Etiopia e Somalia. La maggior parte delle vittime sono donne e bambini. Il governo del Kenya ha dichiarato "disastro nazionale" la siccità nel paese (23 delle 47 contee si trovano ad affrontare questa grave siccità). Secondo l’autorità nazionale di gestione della siccità, quasi 2,7 milioni di persone sono nel bisogno e il bestiame è minacciato. Durante questa siccità, le ragazze e le donne in questi paesi possono spendere fino a otto ore al giorno per raccogliere circa 20 litri di acqua. Attualmente numerosi bambini non frequentano la scuola. 
  1. 2. . Scarsità dell’acqua dovuta alla siccità.  La scarsità d'acqua significa una penuria d'acqua, uno stress /deficit idrico e una crisi dell’acqua. Molte parti del mondo affrontano questa scarsità. Il cambiamento climatico sta esacerbando questo problema. In Africa, la scarsità d'acqua fisica ed economica ostacola lo sviluppo sociale ed economico. Inoltre, nella maggior parte dei casi, questa carenza provoca conflitti. Le comunità locali subiscono quotidianamente tensioni e violenze legate all'accesso ai punti d'acqua. Le donne e i bambini sono in ogni caso in prima linea. 
  1. 3.   Scarsità dell’acqua dovuta alla commercializzazione e alla privatizzazione delle risorse d’acqua.          Non v'è dubbio che in Africa, la scarsità di acqua è legata ai cambiamenti climatici e alla cattiva gestione delle risorse.  Allo stato attuale, le aziende e le fabbriche hanno accesso a più acqua rispetto a quelli che hanno accesso a questa risorsa per uso domestico. Per le persone povere nelle aree urbane, che vivono ai margini della società, il costo dell'acqua sta diventando sempre più proibitivo. Così, molte famiglie non possono permettersi la quantità di acqua di cui hanno bisogno tutti i giorni. La commercializzazione e la privatizzazione dell'acqua come risorsa vitale per sostenere la vita è una delle principali preoccupazioni in molti paesi africani. Recentemente, nel Corno d'Africa, l'acqua è stata deviata per l'agricoltura commerciale. Questo progetto ha privato molte piccole comunità pastorali dell’accesso a un adeguato volume di acqua, con conseguente perdita di bestiame e vite umane, come dimostra la grave siccità attuale nel corridoio nord del Kenya. 
  1. 4.   Acesso insufficiente all’acqua potabile e ai servizi igienico-sanitari.  Per acqua potabile, si intende un accesso regolare e adeguato all’approvvigionamento di acqua pulita al fine di bere, lavarsi, cucinare e pulire. Per l'Organizzazione Mondiale della Sanità, vuol dire che la fonte di acqua potabile sia a meno di un chilometro dal luogo del suo utilizzo e sia possibile ottenere almeno 20 litri di acqua a persona al giorno. Per coloro che vivono nei paesi sviluppati e in altre aree urbane, l'accesso all'acqua potabile e ai servizi igienico-sanitari è considerato un diritto fondamentale e non un lusso. Eppure milioni di comunità africane non godono di questo diritto essenziale e così soffrono di difficoltà, malattie e morti che potrebbero essere evitate. L'OMS stima che l'acqua ei  servizi igienico-sanitari siano responsabili del 9,1% delle malattie e il 6,3% di decessi ogni anno in tutto il mondo. Questo onere è sostenuto in maniera sproporzionata dalle donne e dai bambini nei paesi in via di sviluppo, i fattori legati all'acqua sono responsabili di oltre il 20% dei decessi dei bambini sotto i 14 anni. La mancanza di accesso all'acqua pulita e ai servizi igienico-sanitari ha avuto effetti devastanti su molti aspetti della vita quotidiana delle donne, tra cui il carico di lavoro, la sicurezza e l'educazione. 
  1. 5.  Incremento delle malattie legate all'acqua.  Quasi la metà della popolazione dei paesi in via di sviluppo soffre di infezioni o malattie legate alla fornitura di acqua e a servizi igienico-sanitari inadeguati (Bartram et al., 2005). In molti paesi africani, malattie prevenibili trasmesse dall'acqua mantengono una gran parte della popolazione in un ciclo negativo (malattia, analfabetismo e povertà). La metà dei letti d'ospedale nel mondo sono costantemente occupati da pazienti affetti da malattie legate all'acqua [4]. La mancanza di servizi igienico-sanitari è la principale causa di infezione nel mondo. L'atto di lavarsi le mani può ridurre il rischio di malattia del 50% (Global Partnership Handwashing  ). La crisi idrica e igienico-sanitaria uccide più persone della guerra [5]. La gamma di malattie infettive microbiche legate all'acqua è enorme. La stragrande maggioranza delle donne, degli uomini e dei bambini africani poveri nelle aree rurali e urbane muore ogni anno di queste malattie prevenibili trasmesse dall'acqua, come la diarrea, il tifo e la malaria ed esse, inoltre, ostacolano l'educazione dei bambini. All’inizio della pubertà, quando le ragazze hanno le prime mestruazioni, sono colpite in modo sproporzionato dalla mancanza di acqua potabile e di servizi igienici. Esse non possono soddisfare le loro esigenze di igiene nelle scuole. Sono costrette a perdere la scuola per lunghi periodi, e molte l’abbandonano completamente. Il fatto che i bambini non riescano ad andare a scuola e a ricevere un'istruzione ha un impatto negativo sulla forza lavoro, e i paesi alla ricerca di uscire dalla povertà endemica hanno grande difficoltà a superare questo ostacolo. 
  1. 6.  Il fardello dell’approvvigionamento di acqua.  Quando non ci sono acqua potabile e servizi igienico-sanitari, sono le donne che portano il fardello più pesante. Nella maggior parte delle regioni che non dispongono di tali risorse, le donne e i bambini sono responsabili dell’approvvigionamento di acqua per la famiglia e spesso devono camminare diverse ore ogni giorno prima di trovare una fonte d'acqua. Questo onere spesso espone a rischi di aggressione e di lesioni. Molto spesso, le donne e le ragazze non vanno al lavoro o a scuola e rimangono a casa per prendersi cura dei familiari che soffrono di malattie legate all'acqua. Sono loro che sbrigano la maggior parte delle faccende domestiche. Durante le mestruazioni, molte perdono la scuola, perché non è dotata di latrine. Esse sono più vulnerabili alle infezioni quando devono attendere fino a quando è buio per usare il bagno, cosa che spesso le costringe a fare i loro bisogni in un campo o in una foresta. Reggere per tre ore ogni giorno l’equivalente di un bambino di 5 anni è molto faticoso. Alcune donne devono trasportare barili di acqua di peso fino a 30 chili. 

    1 7.  Tempo perso per l’approvvigionamento dell’acqua.  Il tempo perso per prendere l'acqua priva le donne e le loro comunità di un avvenire. La stima delle Nazioni Unite è che, da sola, l'Africa sub-sahariana spende 40 miliardi di ore all'anno per la raccolta dell’acqua. Le ore perse spesso fanno la differenza. Quando una grande parte della giornata è dedicata alla soddisfazione dei bisogni fondamentali, non rimane molto tempo per qualcosa d’altro. In Africa, le donne e le ragazze a piedi percorrono una media di oltre 5,5 chilometri ogni giorno per raggiungere l'acqua. Le donne spesso spendono più di 15 ore a settimana in questo compito. Immaginate le cose che non potreste fare se ogni giorno doveste trascorrere tre ore per andare a cercare l’acqua. Questo tempo non può essere dedicato all'istruzione, ai bambini, alla cucina, al lavoro retribuito e ad altre attività che fanno parte delle strategie di sopravvivenza delle persone. Le fonti di acqua malsana sono spesso situate a diversi chilometri dai villaggi, le donne e le ragazze impiegano diverse ore ogni giorno per trovare e trasportare l'acqua. La tanica, che viene solitamente utilizzata in Africa per rifornirsi di acqua, pesa più di 18 kg, quando è piena.

       

   Conclusione

  È nostra responsabilià invertire la situazione.  

Per il Mahatma Gandhi, "la povertà è la peggiore forma di violenza". Nel 1972 a Stoccolma in occasione della Conferenza delle Nazioni Unite sull'ambiente, Indira Gandhi ha dichiarato che la povertà "è la peggiore forma di inquinamento". Le donne e le ragazze rappresentano oltre la metà della popolazione mondiale. In prima linea, sono spesso più colpite rispetto agli uomini e i ragazzi dalla povertà, dal cambiamento climatico, dall'insicurezza alimentare, dalla mancanza di cure e dalla crisi economica globale. I loro contributi e la loro leadership sono essenziali nella ricerca di una soluzione. Le Nazioni Unite, negli “Obiettivi di sviluppo sostenibile”, riconoscono l'importanza di ridurre il numero di persone prive di accesso stabile all'acqua potabile e ai servizi igienici. Paesi e governi africani devono intensificare la lotta contro la povertà legata alla scarsità di acqua.

 

Riferimenti bibliografici

Al Jazeera (2017): Crisis in the Horn of Africa: Somalia's Famine

Carolina Johansson Wennerholm (2002):   The 'Feminisation of Poverty' The use of a concept

End Water Poverty 

Global Issues in Water, Sanitation, and Health: Workshop Summary

Lifewater (2014): Water and poverty.   

The Water Project: Poverty and Water

UN Office for the Coordination of Humanitarian Affairs (2017): Horn of Africa: A Call for Action, February 2017  

UN.(2016): CLEAN WATER AND SANITATION: WHY IT MATTERS. Sustainable Development Goals retrieved 

UNESCO, (2016): The United Nations World Water Development Report 2016

Agnes Abuom, présidente del Comitato centrale Consiglio ecumenico delle Chiese (CEC) è la prima donna e la prima africana ad occupare questa importante funzione; è  anche la direttrice esecutive della società TAABCO Research and Development Consultants, con base à Nairobi (Kenya).

[1] UNDP, 2016

[2] Rafei and Tabari, 2014.

[3] UNDP (2016): Cl E A N Water And Sanitation: Why It Matters

[4] UNICEF/WHO, Progress on Drinking Water and Sanitation: Special Focus on Sanitation, UNICEF/WHO, 2008.

[5] United Nations Development Programme (UNDP), Human Development Report 2006, Beyond Scarcity: Power, Poverty, and the Global Water Crisis, UNDP, 2006.

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