Germania – Circoncisione

Dopo le polemiche sulla sentenza del Tribunale di Colonia, che aveva equiparato la circoncisione per motivi religiosi al reato di lesioni volontarie (cf. Regno-att.  14,2012,450), il governo Merkel raggiunge il 10 ottobre un’intesa su una proposta di legge per la questione, che colpisce principalmente le comunità ebraiche e islamiche. In base a essa non saranno punibili le operazioni di circoncisione sui minori praticate rispettando determinati standard medici. Le circoncisioni rituali potranno essere eseguite entro sei mesi dalla nascita del bambino anche da rappresentanti della comunità religiosa con competenze specifiche. I genitori dovranno essere informati delle conseguenze e dei possibili rischi dell’intervento, e dovrà essere utilizzata una «narcosi adeguata ed effettiva», mentre per i bambini più grandi si dovrà tenere in considerazione la loro volontà.  I Consigli centrali della comunità ebraica e musulmana in Germania esprimono apprezzamento per l’equilibrio raggiunto dalla proposta di legge, che ora dovrà passare il vaglio del Parlamento.  Di fronte alle accese proteste di tutte le comunità religiose per una sentenza che prefigurava un grave restringimento della libertà religiosa, il governo si era da subito impegnato a elaborare un quadro normativo che consentisse una composizione di tale diritto con i diritti dell’infanzia.
Non solo per le nuove presenze religiose ma anche per quelle più antiche e stabili, si vanno moltiplicando nei paesi europei i casi nei quali la legislazione tenta di normare, in senso limitativo, le manifestazioni di appartenenza religiosa, sempre più avvertite in contrasto con i diritti civili. Prima della circoncisione c’erano state la questione della macellazione rituale nei Paesi Bassi e quella del velo in Francia. In questi casi le autorità ebraiche, islamiche e cattoliche hanno reagito avviando un’alleanza «trialogica».

Chiude l’agenzia ENI

Il 1° ottobre l’agenzia Ecumenical news international annuncia la sospensione delle pubblicazioni con effetto immediato, per reperire fondi d’emergenza per l’attività della restante parte dell’anno. «Questo passo ci dispiace, ma nonostante una massiccia riorganizzazione ENInews sente l’effetto dei profondi tagli operati dai suoi sostenitori storici e dei mancati pagamenti da parte di molti abbonati», dice il presidente di ENI David Harris. Fondata nel 1994, l’agenzia è finanziata dal Consiglio ecumenico delle Chiese (CEC), dalla Federazione luterana mondiale (FLM) e dalla Comunione mondiale delle Chiese riformate, tutte con sede presso il Centro ecumenico di Ginevra. Già nel 2011 il dimezzamento dei finanziamenti da parte del CEC aveva provocato il licenziamento dello staff editoriale, pochi giorni dopo che l’Associated Church Press riconoscesse a ENInews il premio di migliore agenzia sui temi religiosi, e la sostituzione con un redattore a New York per il coordinamento dei 50 corrispondenti nelle varie parti del mondo.

Chiesa russa – Preti in politica

Il 4 ottobre il Santo Sinodo della Chiesa ortodossa russa stabilisce che i propri preti eccezionalmente possano candidarsi a cariche politiche, soprattutto quando ciò sia necessario per difendere la Chiesa da forze «scismatiche o di altre fedi». Ciò è già possibile in Ucraina, dove dal 2006 il vescovo di Odessa siede nel Parlamento regionale e sostiene una politica anti-ecumenica.
Il 14 ottobre, in visita al presidente della Bielorussia Aleksander Lukaschenko, il patriarca di Mosca Cirillo I afferma che la Chiesa ortodossarussa vuole favorire il processo d’integrazione tra Russia, Bielorussia e Ucraina, che in quanto costitutive della «santa Rus’» considera proprio territorio canonico (insieme a tutte le repubbliche un tempo parte dell’URSS, eccetto Georgia e Armenia).

Morte di Torkom Manoogia

Il 12 ottobre si spegne all’età di 96 anni il primate del Patriarcato armeno di Gerusalemme Torkom II Manoogian, promotore di molte iniziative ecumeniche di pace in Terra santa e animatore per conto del CEC del Programma di accompagnamento ecumenico in Palestina-Israele (EAPPI). Nato in Iraq, era stato primate della Chiesa armena del Nord America.  Poeta e teologo, ha offerto un significativo contributo alla riflessione sulla pace in Terra santa e alla storia del genocidio armeno.

Pasqua comune in Terra santa

Tra due anni tutti i cattolici di rito orientale e latino delle diocesi di Terra santa adotteranno il calendario giuliano, in uso agli ortodossi, dopo la redazione del decreto definitivo e la sua approvazione da parte della Santa Sede.  Nell’attesa i vescovi delle Chiese cattoliche di Terra santa possono scegliere di cominciare l’esperienza a partire dal 2013. È l’esito della decisione presa dall’Assemblea degli ordinari cattolici di Terra santa (AOCTS), e così annunciata il 16 ottobre dal Patriarcato latino di Gerusalemme:
«Questa decisione è segno di un passo concreto nell’ecumenismo.  Essa è dovuta anche alla pressione esercitata dai fedeli. Infatti, numerose sono le famiglie cristiane in Terra santa costituite da matrimoni misti tra cattolici, ortodossi, protestanti. Molti dei loro membri non possono celebrare la Pasqua lo stesso giorno perché i cattolici seguono il calendario gregoriano e gli ortodossi quello giuliano».
Dialogo luterani-anglicani. Viene pubblicato in ottobre To love and serve the Lord (Amare e servire il Signore), il rapporto finale della Commissione internazionale anglicana luterana (ALIC), che tra il 2006 e il 2011 ha condotto la terza fase di dialogo tra la FLM e la Comunione anglicana, centrata sul tema della diaconia, cioè del servizio della Chiesa nella società. Il dialogo tra luterani e anglicani è iniziato nel 1972.

Italia – Dialogo cristiano-islamico

La IX Giornata del dialogo cristiano-islamico, che è stata istituita dopo gli attacchi terroristici dell’11 settembre 2001, si celebra a Roma il 27 ottobre sul tema «Islam, cristianesimo, Costituzione: cristiani e musulmani a confronto con la laicità dello stato». Vi aderiscono oltre cento associazioni e comunità di fede, promuovendo iniziative in tutto il territorio nazionale.

Grecia – Chiesa ortodossa e crisi economica

 «La nostra Chiesa entro due mesi non potrà più pagare i suoi dipendenti; se non si trovano i fondi necessari, dovrà licenziare più di 300 persone»: lo dichiara l’arcivescovo ortodosso di Atene Ieronymos nel corso di un’intervista televisiva diffusa il 26 ottobre. Nonostante le vive polemiche degli ultimi convulsi mesi per la ricchezza della Chiesa di stato – il secondo proprietario immobiliare dopo lo stato stesso –e per il suo tentativo di sottrarsi all’impopolare tassa sugli immobili (cf. Regno-att. 4,2012,92), le casse dunque sono vuote, perché –spiega il primate – alcuni immobili sono sfitti, altri sono affittati a gente impoverita che non riesce a pagare, mentre molti investimenti in fondi azionari si sono volatilizzati.