Evangelicali italiani ed ecumenismo

Il 5 dicembre viene pubblicato sul sito dell’Alleanza evangelica italiana (www.alleanzaevangelica.org) una lunga lettera aperta indirizzata alla dirigenza dell’Alleanza evangelica mondiale (WEA) e sottoscritta dai consigli delle Alleanze evangeliche italiana, maltese, spagnola e albanese. È intitolata «L’Alleanza evangelica mondiale sta cambiando la sua posizione storica sull’unità?», e accusa la WEA di portare avanti «un’agenda ecumenica… che non ha comportato un’appropriata discussione ai livelli di base», e che sta per arrivare a un «punto critico» nel 2018 con la firma di un documento ecumenico con la Chiesa cattolica e il Consiglio ecumenico delle Chiese (CEC) sull’unità. La lettera aperta richiama la WEA alla «posizione storica sull’unità biblica (tra i cristiani rinati) e su un contrasto biblico agli errori (pratiche e insegnamenti devianti) che l’Alleanza ha sostenuto per più di cento anni» e che ora sembra «sostituita da un’attitudine ecumenica che si basa su un tipo di unità che è in conflitto con le convinzioni evangeliche storiche».

Dialogo interreligioso Santa Sede – Autorità palestinese

Il 6 dicembre il Pontificio consiglio per il dialogo interreligioso e la Commissione palestinese per il dialogo interreligioso annunciano l’istituzione di un gruppo di lavoro interreligioso congiunto, nel corso di un incontro, il 5, diretto dai presidenti di ciascuna istituzione, il card. Jean-Louis Tauran e lo sceicco Mahmoud Al-Habbash, che è anche presidente della Corte suprema dell’Autorità palestinese. Il papa ricevendo in udienza le delegazioni chiede un dialogo tra religioni e società civile e afferma che l’obiettivo del gruppo di lavoro Vaticano-Palestina è «creare uno spazio di sincero dialogo a favore di tutte le componenti della società palestinese, in particolare quella cristiana, considerata la sua esigua consistenza numerica e le sfide alle quali è chiamata a rispondere, specialmente per quanto riguarda l’emigrazione». E nella successiva udienza generale affronta le imminenti tensioni sul possibile trasferimento dell’Ambasciata USA a Gerusalemme (vedi sotto).

Gerusalemme – Leader religiosi e ambasciata USA

I leader cristiani di Gerusalemme fanno appello al presidente degli Stati Uniti Donald Trump perché rispetti lo status internazionale della città. «Qualsiasi cambiamento improvviso causerebbe danni irreparabili», scrivono i 13 patriarchi e capi di Chiese cristiane in una lettera aperta il 6 dicembre, dopo l’annuncio del presidente Trump circa il trasferimento dell’ambasciata USA da Tel Aviv alla Città santa, riconoscendo in tal modo implicitamente Gerusalemme come capitale d’Israele. «Siamo convinti che tali misure causeranno un aumento di odio, conflitto, violenza e sofferenza a Gerusalemme e in Terra santa», dicono i firmatari, chiedendo a Trump di sostenere il processo di pace tra israeliani e palestinesi in quanto una pace definitiva e duratura non può essere raggiunta se Gerusalemme non rimane come luogo santo comune per tre religioni e due popoli. Oltre al papa (cf. qui a p. 48) si uniscono all’appello per la salvaguardia dello status internazionale di Gerusalemme anche la Federazione luterana mondiale (FLM), sempre il 6, asserendo che «questa azione unilaterale rovescia la posizione della comunità internazionale, a lungo sostenuta, secondo la quale Gerusalemme è una città condivisa da due popoli e tre religioni»; e il CEC, che lo stesso giorno dichiara che «una tale passo crea una rottura con il consenso internazionale di lunga data, e con quasi sette decenni di consolidata politica americana, in base al quale lo status di Gerusalemme è ancora da definire. Inoltre ostacola una soluzione negoziata di tale delicatissima questione in un accordo finale, che dev’essere raggiunto dagli israeliani e dai palestinesi stessi».

Francesco – Federazione luterana mondiale

Il 7 dicembre papa Francesco riceve i vertici della FLM, il presidente Musa Panti Filibus e il segretario generale Martin Junge. Il papa richiama la rilevanza della commemorazione comune della Riforma, il 31 ottobre 2016 a Lund, e l’importanza della preghiera per avanzare nella comunione. «Con la memoria purificata – afferma –, oggi possiamo guardare fiduciosamente a un avvenire non gravato dai contrasti e dai preconcetti del passato (…) un avvenire nel quale siamo chiamati a discernere i doni che provengono dalle diverse tradizioni confessionali e ad accoglierli come patrimonio comune». Il neo-presidente della FLM a sua volta ringrazia Francesco per aver supportato un approccio ecumenico al 500° anniversario della Riforma, e afferma che «non sono più i conflitti del passato a determinare la nostra relazione, ma l’unità come dono dello Spirito Santo», e: «Abbiamo iniziato il nostro viaggio irreversibile dal conflitto alla comunione, e vogliamo che non finisca mai più».

Italia – Messaggio delle Chiese cristiane

A seguito del convegno ecumenico del 20-22 novembre ad Assisi, nel quale si decide di formare una consulta delle Chiese cristiane in Italia, il 18 dicembre viene pubblicato un Messaggio finale dal titolo Ecclesia semper reformanda est, che riafferma la scelta irreversibile del cammino verso la piena e visibile unità dei cristiani. È firmato dalla Chiesa apostolica armena, dalla Chiesa cattolica romana, dalla Chiesa d’Inghilterra, dalle due Chiese ortodosse (l’Arcidiocesi ortodossa d’Italia e la Diocesi ortodossa romena in Italia), dalla Federazione delle Chiese evangeliche in Italia (battisti, Esercito della salvezza, luterani, metodisti e valdesi). La Chiesa copta ortodossa e la Chiesa cristiana avventista del 7° giorno compaiono in qualità di osservatori.

Taizé – Incontro europeo dei giovani

Il 40° incontro europeo dei giovani, organizzato dalla comunità ecumenica di Taizé, si tiene a Basilea, la città dai tre confini (Svizzera, Francia e Germania) dal 28 dicembre al 1° gennaio 2018, scegliendo nell’anno in cui si ricorda il 500° della Riforma proprio la città considerata culla della Riforma. Il fuoco dell’attenzione è sui migranti e sulla cura della casa comune. Al termine dell’incontro viene resa nota la meta della prossima edizione: Madrid.

Daniela Sala