DOCUMENTI

XL  SESSIONE DI FORMAZIONE ECUMENICA

Leggere i segni dei tempi. Europa, culture, religioni.”


CHIANCIANO 1 agosto 2003

RELAZIONE DEI LAVORI DEL GRUPPO N.9

IL MESTIERE DI RACCONTARE I SEGNI DEI TEMPI

Sono 18 le persone che hanno partecipato agli appuntamenti del gruppo 9. Guidate da tre relatori, un cattolico, Riccardo Maccioni, un evangelico, Emmanuele Paschetto e una rappresentante della comunità ebraica, Lia Tagliacozzo, hanno riflettuto sul “Mestiere di raccontare i segni dei tempi”. Giornalismo ma non solo dunque, vista l’importanza del ruolo affidato alle varie espressioni artistiche, dal cinema, al teatro, al linguaggio televisivo. Al centro della riflessione che ha animato questo mini laboratorio, una consapevolezza: il controllo dei mass media è la frontiera su cui si gioca il presente e il futuro della nostra libertà. La lotta per la conquista del potere mediatico è un drammatico segno dei tempi.

Competenza, coraggio, fantasia. Sono da sempre ingredienti importanti per chi lavora nel campo dei mass media. Oggi però sono più che mai indispensabili. Contro il potere che punta all’omologazione serve creatività. Per contrastare chi vuole chiudere gli spazi informativi, occorre la denuncia. Alla cultura del conformismo che premia solo l’appartenenza militante bisogna opporre la professionalità. Non crediamo che il giornalista o il politologo debbano essere eroi o profeti. Chiediamo solo l’onestà di raccontare quel che succede, la rinuncia all’autocensura, anche quando l’appartenenza partitica o confessionale lo consiglierebbero.

Sappiamo di avere a disposizione mezzi magari poveri, ma se si mettono insieme, due voci diventano un coro. Pensiamo alle tante piccole riviste che ci propongono l’annuncio del Messaggio. Perché non creare un più stretto collegamento? Perché non denunciare le pagine di cultura religiosa che si chiudono, i programmi tv spostati a notte fonda per lasciare spazio a soubrettes e oroscopi? Inquietante segno dei tempi, è la sordina che viene messa a chi prova a uscire dal coro. È propagandare come libertà lo stop ai palinsesti che non propongono solo giochi o barzellette. Proviamo a difendere chi tenta di ribellarsi, segnaliamo l’approssimazione di quei giornalisti che sembrano giocare con la cultura. Anche religiosa.

Pretendiamo da chi sentiamo più vicini, l’onestà di separare cronaca e commenti, la giusta preparazione professionale, la capacità di indagare anche su materie scomode. Però quando lo fanno, sosteniamoli. Con coraggio, competenza, fantasia.